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Il derby azzurro lo vince Fognini,
ma finisce in rissa

MELBOURNE – E ci risiamo. Che Fabio Fognini fosse un tennista di grande talento, ma avversato da un carattere quantomeno difficile, che lo ha spesso penalizzato proprio sul campo, lo sapevamo. Pensavamo che la paternità condivisa con l’altrettanto talentuosa ex giocatrice azzurra, Flavia Pennetta – con i loro due bimbi, Federico nato nel 2017 e Farah di poco più di un anno d’età – lo avessero un tantino calmato. Macché!

Quello visto ieri alla John Cain Arena di Melbourne, impegnato in un derby, previsto al secondo turno degli Australian Open contro l’altro italiano Salvatore Caruso – è stato invece il buon vecchio “Fogna” (come soprannominato dai suoi stessi tifosi e da lui ben accetto, ndr) è stato quello di sempre.

Già protagonista di piazzate più o meno indegne – peggiore delle quali fu a Montecarlo, nel 2014, quando durante un match paragonò il pubblico monegasco a degli “escrementi” – Fognini è tornato ieri a deliziarci col suo vocabolario forbito, al termine di una maratona di 4 ore vinta contro il malcapitato palermitano Salvatore Caruso.

Dopo aver infatti conquistato il lungo tie-break nel quinto e decisivo set, il nostro Fogna – 34 primavere il prossimo maggio – ha pensato bene di apostrofare l’avversario e connazionale, nel modo in cui vi riportiamo fedelmente, scusandoci (pro domo sua, si fa per dire, ndr) per il linguaggio da lui stesso usato.

Caruso: “Non si fa così eh”. Fognini: “Ne hai tirate quattro uguali di culo e non mi ha chiesto scusa. Non posso dire che hai culo?”. Caruso: “Non mi sono permesso di dire una parola in tutta la partita. Basta, così non si fa”. Fognini: “Non posso dirti che hai culo? Qual è il problema?”. Caruso: “No no puoi fare quello che vuoi”. Fognini: “E allora perché mi rompi il c…o? Ti ho detto che hai culo poi se sbaglio, sbaglio, eh. Ma non mi attaccare però!”. Caruso: “Non ti sto attaccando, ti sto dicendo che non si fa così. Da te non me l’aspetto”. Fognini: “Mi dispiace. Ma che ti devo dire?”. Caruso “Non si fa”. Fognini: “Non si fa perché?”.

Sorriso amaro di Caruso, che lascia il campo per primo, inchinandosi allo scarno pubblico presente sugli spalti. Punteggio finale di una partita comunque avvincente, 4-6, 6-2, 2-6, 6-3, 7-6 per Fognini, contento lui.

Ben altro spettacolo – almeno “a parole” – ha offerto l’altro azzurro capace di accedere al terzo turno dello Slam australiano, ossia il 24enne romano Matteo Berrettini, attuale numero 10 del mondo, opposto al ventenne ceco Thomas Machac, addirittura numero 807 delle classifiche ATP e proveniente dalle qualificazioni. Berrettini, senza troppi patemi, ha avuto la meglio sul povero carneade a cui era opposto col punteggio finale di 6-3, 6-2, 4-6, 6-3, concedendo al pur volenteroso ragazzo della Repubblica Ceca il terzo set.

Ora Berrettini dovrà vedersela col coetaneo 24enne russo Karen Khachanov, numero 21 delle attuali classifiche ma che ha raggiunto anche l’ottava posizione del ranking mondiale. Berrettini ha tutti i crismi per poter far bene su questo importante proscenio australiano e la compagine azzurra punta decisamente su di lui le carte migliori, dopo la prematura uscita di Jannik Sinner al primo turno.

Ed ha lasciato l’Australian Open anche il 25 torinese Lorenzo Sonego, che pur aveva vinto i primi due set contro il 39enne spagnolo Feliciano Lopez, vecchia volpe dell’ATP tour. L’iberico infatti ha chiuso la partita in 5 set, col punteggio finale di 5-7, 3-6, 6-3, 7-5, 6-4.

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