Spettacoli

Arriva “Luca”:
il prossimo cartone Pixar
sarà italiano 

TORONTO – La riviera ligure. Due ragazzini scorrazzano allegri in un paesino di mare, tra vecchietti che giocano a scopa, panni stesi, Apecar e Vespe; in sottofondo, una spensierata cover del classico pezzo country “You are my sunshine”, per l’occasione riarrangiato per fisarmonica e tradotto in italiano.

Si apre così il ‘teaser’ trailer con cui Disney e Pixar hanno presentato la scorsa settimana “Luca”, il loro prossimo lungometraggio a cartoni – ovvero, con ogni probabilità, l’evento dell’anno per il cinema di animazione – in uscita questa estate (nelle sale o in streaming, è presto per dirlo).

Della trama si sa ancora pochissimo: dal minuto e mezzo di trailer e dalla sinossi rilasciata sul sito ufficiale traspare solo che i protagonisti saranno tre bambini, due dei quali appartengono in realtà a una razza di mostri marini temutissimi nel villaggio che li ospita.

Ci aspettiamo quindi che i film ruoti intorno alla classica situazione del pesce fuor d’acqua (letteralmente, in questo caso) e ai temi dell’amicizia e dell’inclusività; per la Pixar si tratterebbe di un ritorno al fiabesco, dopo i cartoni più ‘high-concept’ degli ultimi anni (ad esempio in “Soul”, visto lo scorso dicembre, l’anima di un pianista jazz affronta un viaggio ultramondano nel tentativo di reincarnarsi).

Quel che è sicuro è che si tratta di un film profondamente italiano. Italiana è l’ambientazione, nello scenario meraviglioso delle Cinque Terre, e italiano anche il regista, Enrico Casarosa: genovese di nascita, anche se da trent’anni emigrato a New York, per “Luca” si è ispirato proprio ai ricordi della sua infanzia in Liguria.

È vero però che si tratta pur sempre di un’Italia riconfezionata per l’occhio americano.

La stampa italiana (così come il pubblico) ha accolto la notizia con entusiasmo, ma anche con qualche perplessità: era proprio necessario mostrare già nel primo trailer il solito vespino color acquamarina? E perché quel tripudio di scialli, coppole, baffoni, bambini a piedi scalzi?

Effettivamente, l’Italia che vediamo in “Luca” sembra un po’ datata (non è specificato, ma a occhio si direbbero gli anni del dopoguerra) e un bel po’ stereotipata. D’altra parte, come ironizza qualcuno, al giorno d’oggi sembra che il complimento più grande per una cultura sia venire ‘appropriata’ da una produzione hollywoodiana, ed eventualmente diventare un costume di Halloween.

Ma è anche vero che certe semplificazioni sono necessarie per non estraniare il pubblico mondiale, che a quanto pare, a torto o a ragione, l’Italia se la immagina così; e bisogna riconoscere che negli ultimi anni la Disney-Pixar ha dimostrato di saper affrontare simili questioni con il tatto e l’attenzione necessari.

Quantomeno, ne hanno fatta di strada dagli anni ’90, quando “Pocahontas” fu aspramente criticato per la rappresentazione dei nativi americani; al contrario, il recente cartone animato di ambientazione messicana “Coco” (2017) è stato elogiato per la sensibilità con cui ha reinterpretato la famosa tradizione del ‘Día de Muertos’ ed è addirittura diventato il film con l’incasso più alto nella storia del Messico.

Insomma, la rappresentazione della cultura italiana da parte di un impero gigantesco come la Disney può destare qualche legittima preoccupazione, ma il curriculum recente della Pixar e il fatto che alle redini del progetto ci sia un regista italiano lasciano ben sperare.

Nel bene o nel male, non abbiamo dubbi che l’impatto di questo film si farà sentire: in ogni caso, c’è sicuramente motivo di aspettare “Luca” con grande trepidazione.

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