Cultura

“Cosa farebbe Sophia Loren?” …tributo ad una diva

TORONTO – In un’epoca in cui gli “influencer” non sono sempre leader, il pubblico potrebbe trovare piacevole rivisitare un’epoca passata in cui il condizionamento e la leadership non erano obiettivi che si escludevano a vicenda. Sophia Loren, un’attrice iconica nota per il suo talento, carisma e personaggi risoluti sullo schermo, continua a essere filantropica usando la sua notorietà per sostenere cause umanitarie, tra cui il benessere dei bambini (attraverso l’UNICEF e il World Food Programme).

Loren si è sempre comportata con incrollabile convinzione, una qualità che allettava il pubblico verso i suoi film e che trasmetteva perfettamente in ciascuno dei suoi ruoli, che fosse una pizzaiola, una madre, una moglie o una milionaria. Qualunque fosse la parte, l’ha interpretata con convinzione ed eleganza. Ma non è stato sempre facile per l’attrice ora 89enne, nata in povertà nel 1934 da figlia della guerra. In queste condizioni Sophia ha imparato a tirare fuori il meglio dal peggio, e lo ha fatto sotto i riflettori – in stile italiano.

“Cosa farebbe Sophia?” è un documentario narrato da Vincenza Careri, moglie, madre e nonna italo-americana di Fort Lee nel New Jersey (la cui famiglia era anch’essa originaria di Napoli). Da quando ha iniziato a guardare i film della Loren, Vincenza ha spesso cercato di rimediare a qualsiasi situazione chiedendosi: “Cosa farebbe Sophia Loren?”

Il film presenta allo spettatore spezzoni dei lavori più importanti della Loren e scene cruciali, che in qualche modo erano parallele a ciò che Vincenza stava vivendo nella sua vita. “In Due donne descrive una donna molto forte che, qualunque cosa stesse accadendo, i bombardamenti, la violenza, avrebbe protetto i suoi figli”. Ma come spiega Vincenza nel film, “i genitori non possono proteggere i propri figli ogni minuto”, come nel caso di due dei suoi figli. Uno ha combattuto contro il morbo di Hodgkin al quarto stadio e l’altro ha subito abusi da parte di uno sconosciuto. Guardare come il personaggio della Loren affronta il suo stupro e lo stupro di sua figlia in “Due donne”, tuttavia, è diventato un punto di riferimento per Vincenza, un’ispirazione. “È un coraggio che non hai nemmeno. Quella forza arriva direttamente dal tuo istinto”.

L’idea del documentario ha preceduto l’intenzione di far intervistare Loren per il film. Ma mentre Loren veniva premiata all’Academy Museum of Motion Pictures, Regina ha colto l’occasione per contattare il figlio di Sophia, Edoardo, per condividere quanto sua madre significasse per lei. Da lì, Sophia ha accettato di incontrare la sua fan di lunga data Vincenza, che con il suo atteggiamento “mai dire morire” sembra per Loren più una sorella che una fan lontana.

Mentre il documentario si avvia alla conclusione, siamo ugualmente innamorati delle storie personali di Vincenza e Sophia e della loro capacità di trasformare le avversità in opportunità. “Nessuno ottiene tutto ciò che desidera nella vita. Nessuno lo fa. Ma tutti ne abbiamo abbastanza per sentire che la nostra vita è importante”, proclama Vincenza. Di fronte a tanta saggezza non c’è da meravigliarsi che sua figlia sia stata ispirata a realizzare il film. Un film che non parla solo dell’amore di qualcuno per il cinema, ma di come il cinema e l’arte possono aiutarci a superare i momenti difficili.

Guarda “Cosa farebbe Sophia Loren?” su Netflix 

Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix

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