Il Commento

Significati della vita e scopi delle organizzazioni

TORONTO – Siamo un giornale laico, che racconta i comportamenti umani, ne analizza le motivazioni, spiega i contesti e valuta i “valori” – se ce ne sono – generati da quelle dinamiche. I leader e le organizzazioni, formali e informali, tipicamente assumono (o gli viene concesso) il privilegio di codificare le filosofie e le ideologie che definiscono i criteri per l’appartenenza a tali organizzazioni e conferiscono dignità al percorso della Vita. Si possono seguire altre filosofie o cercare di attuare altri ideali, ma in tal caso non si può rivendicare l’appartenenza ad un’altra organizzazione.

Due immagini nell’edizione di oggi sottolineano gli estremi del ciclo della vita: la nascita e il viaggio che porta alla… Nel mezzo c’è l’inseguimento della “libertà, della dignità e della ricerca della felicità”. Il massimo che possiamo pretendere in questa sfida è di ritenerci responsabili nei confronti delle interpretazioni di “scopo” che i “leader”, portavoce dei principi incarnati nelle istituzioni a cui aderiamo, pretendono di far rispettare. È un rapporto condizionato da una “disposizione unica e reciproca tra Creatore e Creato” – come la definisce una parola di origine latina, religione (religio: questo lo prometto in cambio di…).

Questi valori sono intrecciati, a volte interdipendenti. In quest’ultima settimana, il leader del più grande gruppo “religioso” formale che comprende la cultura giudaico-cristiana (cattolicesimo romano – CR – in particolare) ha pronunciato la posizione ufficiale di quel gruppo/organizzazione su tre aspetti delle azioni “proibite” a coloro che aspirano all’adesione. Sono temi molto controversi. In breve, riflettono sulla guerra (giustificata o meno), sulla generazione della vita stessa e [sulla confusa ideologia di] sesso e genere. La sua scelta di vocaboli era “diretta”, non ha usato giri di parole: paragonandoli alla cancrena, definendoli discutibili, deplorevoli, sfruttatori nei confronti delle donne ed estremamente pericolosi per la società.

Il fatto che altre religioni possano avere altre, o diverse prospettive, su questi ideali, ha un significato marginale o periferico rispetto al codice secondo il quale “vivono” i cattolici romani e altre istituzioni cristiane formali. Può essere di moda nella società odierna esprimersi in modo derisorio e sprezzante nei confronti delle persone di convinzione CR, probabilmente come forma modificata di odio, ma, in Canada (e in Ontario), i cattolici hanno diritti protetti nello Statuto, nella Carta dei Diritti, nella Convenzione sui Diritti Umani, nella Legge sull’Istruzione e nel Memorandum del Procuratore Generale che deve precedere tutta la normativa presentata nella legislatura provinciale.

Gli editti del magistero citato nello Statuto – il Vaticano e i suoi rappresentanti locali, i vescovi – servono da guida che consente agli amministratori e ai trustee dei consigli scolastici di esercitare la loro autorità di custode, e non il presunto “finanziamento pubblico”. Il Premier dell’Ontario lo sa e lo garantisce.

Alcuni Provveditorati Cattolici sembrano confusi. Si affrettano ad apparire in sintonia con l’agenda woke che pretende che l’autorità venga dai finanziamenti. Così facendo, abbandonano i loro obblighi fiduciari nei confronti dei genitori di bambini cattolici che hanno un diritto legale/costituzionale all’istruzione secondo i valori della loro religione.

I genitori cattolici stanno cominciando ad insistere che amministratori, insegnanti e trustee rispettino i loro obblighi fiduciari (legali) nei confronti della comunità cattolica. Nessuno ne soffrirebbe: per chi non piace il sistema cattolico, esiste un’altra opzione completamente finanziata con fondi pubblici.

Che anche i vescovi ne prendano atto.

Foto di Ashwin Vaswani da Unsplash

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