TORONTO – Tutti contro tutti. Mentre si apre un nuovo fronte che vede contrapporsi il Canada e il Messico, Donald Trump continua a cavalcare l’onda – tra il serio e il faceto – dell’idea di un Canada non più indipendente ma parte integrante degli Stati Uniti.
L’ormai famoso “51° Stato” della confederazione, come proposto a modi battuta al primo ministro Justin Trudeau durante l’incontro informale di venerdì scorso a Mar-a-Lago, è il tema del giorno, alimentato anche da una foto generata dall’Intelligenza Artificiale (qui sopra) postata dal presidente eletto americano nei social media.
Nell’immagine si vede il tycoon newyorchese in cima a una montagna, con a fianco una bandiera con la foglia d’acero, mentre osserva l’orizzonte, dove si stagliano montagne innevate. Il commento è scarno ma molto significativo: “Oh, Canada”.
Ora, difficile fare l’esegesi dettagliata di tutto quello che possa passare nella testa del prossimo inquilino della Casa Bianca, Certo che l’immagine continua a giocare con l’idea di un Canada sottomesso agli Stati Uniti, come peraltro avverrà almeno dal punto di vista commerciale, quando dal 20 gennaio partirà l’ordine esecutivo dallo Studio Ovale di attivare dazi doganali del 25 per cento per tutti i prodotti canadesi che entreranno nel mercato americano.
Come era già successo per la battuta di cattivo gusto fatta davanti a Trudeau venerdì scorso, anche per questo post a nord del confine la parola d’ordine è minimizzare, non creare ulteriori tensioni che possano portare a un ulteriore deterioramento nelle relazioni tra il governo canadese e l’entourage del presidente eletto. Ecco allora che la narrativa da seguire nel cerchio magico del primo ministro canadese è quella di un rapporto stretto e solido tra Trump e Trudeau e le battute del magnate newyorchese ne sarebbero la semplice controprova.
Ma di fronte a questa presa in giro, accettata e sminuita dall’esecutivo canadese, si apre un secondo fronte, quello con il Messico. Nei giorni scorsi, per contestare la decisione di Trump sui dazi doganali, numerosi esponenti del governo avevano rimarcato le differenze tra il Canada e il Messico per cercare di alleviare le misure punitive annunciate dal presidente eletto americano. Droga e immigrazione illegale – è stata questa la tesi sostenuta da Ottawa – sono un problema che riguarda la frontiera tra Usa e Messico, e solo marginalmente i confini a Nord.
Questa posizione non è piaciuta al governo messicano, che a differenza del Canada ha deciso di affrontare a muso dure le minacce di Trump, annunciando dazi doganali in ritorsione alle tariffe sui prodotti che saranno introdotti dalla nuova amministrazione. Ebbene la presidente messicana ha attaccato il governo canadese.
In una conferenza stampa Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il Messico “deve essere rispettato, soprattutto dai suoi partner commerciali”.
Ha anche osservato che il Canada ha “un problema molto serio con il consumo di fentanil”, più del Messico, e forse a causa di alcune misure di depenalizzazione della droga. Ricordiamo ad esempio che la vendita della marijuana è stata legalizzata in Canada nel 2018, mentre in Messico la cannabis è ancora illegale.
“Non abbiamo intenzione di cadere in una provocazione su quale paese sia migliore”, ha poi aggiunto. “Il Messico non dovrebbe essere usato come parte della campagna elettorale canadese”, ha detto. Infine la presidente Sheinbaum ha detto che il Canada “potrebbe solo desiderare di avere le ricchezze culturali che ha il Messico”, dicendo che il suo paese ha civiltà che risalgono a migliaia di anni fa.