TORONTO – Pausa dei dazi doganali americani nel settore automobilistico. È questo l’ultimo colpo di scena consumatosi ieri nella guerra commerciale scoppiata tra gli Stati Uniti e il Canada in seguito alla decisione dell’amministrazione Trump di imporre tariffe del 25 per cento su tutti i prodotti canadesi diretti sul mercato statunitensi. Per le tre Big dell’auto – Ford, GM e Stellantis – che producono veicoli con stabilimenti nel nostro Paese e negli Usa, si tratta ovviamente di una boccata d’ossigeno, seppur temporanea.
La svolta è arrivata dopo una telefonata tra lo stesso inquilino della Casa Bianca e il primo ministro Justin Trudeau, un confronto che tuttavia non ha chiarito le divergenze che hanno portato al braccio di ferro. In particolare il presidente americano ha accusato Trudeau di non aver fatto abbastanza per rafforzare i controlli ai confini per bloccare lo spaccio del fentanyl. Un assunto, quello del magnate americano, che però non è surrogato dai dati, che dimostrano invece come lo smercio di questa droga sia del tutto marginale e che il vero problema sia invece ai confini Sud con il Messico.
La conferma della pausa per il settore auto è arrivata nel primo pomeriggio direttamente dalla Casa Bianca. “Abbiamo parlato con tre grandi distributori di auto, daremo un mese di esenzioni per qualsiasi auto che entra con l’Usmca”, ha detto Karoline Leavitt, la portavoce della Casa Bianca, leggendo una dichiarazione di Donald Trump, riferendosi all’Accordo di libero scambio tra Usa-Messico e Canada negoziato e firmato durante la prima amministrazione del magnate Usa. “Le tariffe reciproche entreranno ancora in vigore il 2 aprile, ma su richiesta della compagnie associate con Usmca, il presidente sta dando loro un’esenzione di un mese così che non abbiano svantaggi economici”, ha aggiunto la portavoce durante il briefing alla Casa Bianca.
Nel frattempo il presidente Usa è tornato a parlare sui social. “Justin Trudeau mi ha chiamato – ha scritto su Truth – per chiedermi cosa si può fare per i dazi. Io gli ho detto che molte persone sono morte per il fentanyl che arriva dai confini con il Canada e con il Messico e niente mi ha convinto del fatto che sia stato bloccato”.
“Lui mi ha detto che le cose stanno migliorando, ma io ho risposto che ’non è ancora abbastanza”, ha aggiunto il tycoon, riconoscendo che comunque “la telefonata si è conclusa con toni ’in qualche modo’ amichevoli”.
Il presidente americano ha accusato Trudeau di “cercare di sfruttare” il braccio di ferro sui dazi “per rimanere al potere”. Nel post su Truth Social pubblicato dopo il colloquio telefonico con il premier canadese, Trump afferma infatti che Trudeau “non ha saputo dirmi quando si svolgeranno le elezioni in Canada, cosa che mi ha incuriosito, che sta succedendo lì? Poi ho capito – ha aggiunto – che sta cercando di usare questa questione per rimanere al potere. Buona Fortuna Justin”.
In realtà, di fronte ad un alto tasso di impopolarità e gravi tensioni all’interno del suo stesso governo e partito, anche provocate dagli attacchi di Trump, Trudeau all’inizio di gennaio si è dimesso da leader dei Liberali, annunciando che getterà la spugna non appena il partito avrà scelto il nuovo leader al termine del processo elettorale che si chiuderà domenica prossima. Tra i diversi candidati, nelle ultime settimane è emerso come favorito l’ex governatore della banca centrale Mark Carney, che, secondo quanto rivelavano nei giorni scorsi i media canadesi, potrebbe già all’indomani della sua nomina a leader convocare le elezioni con un anticipo di alcuni mesi rispetto alla scadenza fissata del prossimo ottobre.
Intanto il premier Doug Ford afferma che l’Ontario “manterrà la nostra linea” su tariffe e ritorsioni, inclusa la rimozione dell’alcol dagli scaffali LCBO, fino a quando gli Stati Uniti non rimuoveranno tutte le tariffe sul Canada. I commenti arrivano mentre il segretario al commercio degli Stati Uniti accenna a potenziali tagli tariffari. Il segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha dichiarato a Bloomberg mercoledì mattina che il governo degli Stati Uniti si riunirà “da qualche parte nel mezzo” per gli adeguamenti delle tariffe statunitensi sul Canada, con tagli per alcune industrie. Per Ford ha detto che l’unica soluzione è l’assenza di tariffe. “Se vogliono incontrarci a metà strada, no”, ha detto Ford mercoledì mattina. “Non c’è una via di mezzo. Non vogliamo tariffe sui canadesi”.
L’Ontario ha rimosso l’alcol statunitense dall’LCBO nel “primo round di ritorsione” contro le tariffe statunitensi, secondo Ford. L’LCBO vende quasi 1 miliardo di dollari di prodotti statunitensi ogni anno.”Vogliono tassarci per il 10 o il 15 per cento, poi stanno ottenendo una tariffa. Queste tariffe non funzionano. Tutto ciò che fanno è danneggiare le persone in entrambi i paesi e mettere l’incertezza sul mercato. Vogliamo tariffe zero; Non vogliamo la metà dell’importo delle tariffe”.