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Scuola, oggi si riapre
tra mille incognite

TORONTO – Nessuna certezza ma tante incognite. È un vero e proprio salto nel buio quello che gli studenti dell’Ontario si apprestano a fare oggi quando, per la prima volta dopo le vacanze di Natale, le scuole riapriranno tra mille dubbi. Sono quattro in tutto le province nelle quali oggi si torna sui banchi di scuola: oltre che in Ontario anche in Quebec, Manitoba e Nova Scotia riprenderanno le lezioni in presenza mentre l’ondata di Covid, alimentata dalla contagiosissima variante Omicron, continua a dilagare. I numeri del resto non mentono. In ospedale, per Covid, sono ricoverate al momento 3.595 persone, quelle nelle unità di terapia intensiva sono 579 mentre nel giro di ventiquattrore i morti sono stati 40.

Sul fatto che l’apprendimento nelle scuole sia la cosa migliore per i bambini gli esperti di salute pubblica, genitori e funzionari concordano ma al tempo stesso provveditorati, famiglie e sindacati affermano che all’orizzonte c’è un aumento delle assenze del personale a causa del virus. Ma il problema non è limitato agli insegnanti. A rischio – senza le misure necessarie – vengono messi anche i bambini che oltre a poter contrarre il Covid-19 diventeranno i vettori del temuto virus infettando potenzialmente genitori e nonni.

C’è poco da star tranquilli, insomma, soprattutto perchè le “valide misure” annunciate dal governo al momento rimangono teoriche. Durante la sua conferenza di mercoledì scorso il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce ha infatti dichiarato che l’Ontario è in attesa di ricevere “fino a 119 milioni di test antigenici rapidi, filtri HEPA e mascherine N95”. E mentre le mascherine vengono considerate protettive, molti dubbi aleggiano riguardo i filtri HEPA. Sul suo sito web, la Public Health Agency of Canada afferma che l’efficacia della loro filtrazione dell’aria per ridurre la trasmissione di Covid-19 “non è stata ancora dimostrata”.

Nel frattempo ai genitori non verranno notificati eventuali contagi identificati nella classe del loro bambino fino a quando i casi non raggiungeranno un livello del 30%. Un cocktail di elementi, questo, che di certo non farà dormire sonni tranquilli ai genitori.

Il Toronto District School Board (TDSB) ha rilasciato alcuni dettagli sul suo piano per il rientro di oggi: “Quando le scuole vengono a conoscenza di un caso confermato dal PCR o dal test rapido dell’antigene, verranno notificate solo le classi direttamente interessate – si legge sul sito web – mentre le singole classi continueranno a ricevere informazioni sul caso di Covid-19, la pagina degli avvisi sul virus non verrà più aggiornata”. “Il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che, data la diffusa trasmissione di Omicron e le modifiche all’approccio provinciale ai test, le scuole e gli operatori di assistenza all’infanzia non sono più tenuti a segnalare alle famiglie i casi positivi o se un individuo è assente per sintomi associati al Covid-19 – è quanto ha postato sul suo sito il Toronto Catholic District School Board (TCDSB) – andando oltre l’aspettativa di segnalazione del Ministero, se il Toronto Catholic District School Board (TCDSB) viene informato di un caso positivo di Covid-19 (tramite test rapido dell’antigene (RAT) o test della reazione a catena della polimerasi (PCR)) che coinvolge un membro della scuola, la classe/classi saranno avvisate solo a titolo di cortesia”.

Mai, come adesso, il rientro a scuola sta avvenendo tra mille incognite. Le uniche certezze – ahimè negative – sono l’aumento esponenziale dei contagi e l’inerzia del governo provinciale che nulla ha fatto ancora in modo serio per garantire scuole sicure ai ragazzi. In fondo, dall’inizio della pandemia, sono solo passati due anni.

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