TORONTO – Il vaccino per il Covid- 19 apre un altro fronte di scontro a Ottawa. L’annuncio di ieri arrivato da Londra, con l’approvazione della commissione sanitaria indipendente sull’efficacia del vaccino Pfizer e il via libera alla vaccinazione di massa alla popolazione, è destinato ad abbattersi sui già traballanti rapporti tra il governo e il Partito Conservatore in Canada.
Già nei giorni scorsi il leader tory Erin O’Toole aveva accusato Justin Trudeau di aver gestito con sufficienza e approssimazione la questione relativa al vaccino per il coronavirus, condannando il Canada a riceverlo dopo molti altri Paesi. Il primo ministro, dal canto suo, aveva ribadito come il governo avesse deciso di firmare dei contratti con tutte le principali aziende che stavano testando potenziali vaccini per il Covid.
Trudeau martedì ha assicurato che il vaccino – o almeno le prime dosi – arriverà in Canada a partire dalle prime settimane del 2021. Poi è ipotizzabile un progressivo allargamento della distribuzione in tutte le Province, con la campagna di vaccinazione che dovrebbe entrare nel vivo tra la primavera e l’estate del prossimo anno e l’uscita dall’emergenza sanitaria entro l’autunno del 2012.
Restano tuttavia ancora molti nodi da sciogliere. Innanzitutto, quali saranno le prime fasce della popolazione a ricevere il vaccino.
Nei vari Paesi che si stanno organizzando in questi giorni esiste una sostanziale unità di vedute su quelle che dovranno essere le priorità da rispettare. Ieri il governo inglese ha annunciato che le prime dosi del vaccino Pfizer saranno distribuite a partire dalla prossima settimana agli operatori del settore sanitario e ai pazienti delle case di cura a lunga degenza. Quindi, toccherà alle forze armate e di polizia e agli insegnanti.
Una gerarchia che si specchia con quella stilata sempre ieri durante il suo intervento al Senato dal ministro italiano della Salute Roberto Speranza. Anche l’Italia, quando il vaccino sarò disponibile a partire da gennaio, inizierà a distribuirlo a chi lavora negli ospedali e ai residenti delle RSA, le case di cura che accolgono persone molto anziane e con alcune malattie pregresse.
Martedì la Francia aveva presentato un piano d’azione a cinque livelli, con la distribuzione del vaccino alle fasce più a rischio fino ad arrivare ai giovani e ai giovanissimi, che durante la pandemia si sono rivelati meno suscettibili al Covid- 19 e alle sue più nefaste complicazioni sanitarie.
In Canada, per ora, il governo non ha ancora stilato le linee guida e i protocolli sulle priorità nella distribuzione del vaccino, una volta che questo sarà disponibile. La Chief Public Health Officer Theresa Tam ha semplicemente indicato che, sulla base dei dati in possesso di Health Canada, il fattore decisivo non sarà tanto quello delle condizioni pregresse, quanto quello dell’età. Il vaccino verrà quindi somministrato, sempre su base volontaria, alle persone più anziane e via via al resto della popolazione.
A livello provinciale martedì la ministra della Sanità dell’Ontario, Christone Elliott e il capo della task force deputa alla gestione e alla distribuzione del vaccino, il generale Rick Hillier, hanno confermato che in Ontario i primi a riceverlo saranno i pazienti delle case di cura a lunga degenza, insieme al personale sanitario che opera in prima linea.
È probabile che nei prossimi giorni il tema del vaccino continuerà a tenere banco nel dibattito politico del Canada. E in Italia si sta sviluppando la stessa dinamica. Ieri il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato il premier Giuseppe Conte per come ha gestito la questione vaccini. “In Gran Bretagna – ha detto il leader del centrodestra – cominciano a vaccinare dalla prossima settimana, si diceva che l’uscita dall’Europa dell’Inghilterra avrebbe portato alla rovina, ma partono due mesi prima di noi a vaccinare”. “In Turchia – ha poi aggiunto – partono la settimana prossima, con il vaccino che arriva dalla Cina, e questo è il massimo, con il Paese che prima contagia e poi guarisce”. Insomma, come sempre tutto il mondo è Paese.
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