Redazione

Da Ottawa arriva il via libera in Canada al vaccino della Pfizer

TORONTO – La svolta è arrivata prima del previsto, anche se l’esito appariva scontato. Ieri il ministero federale della Sanità ha dato il suo via libera al vaccino della Pfizer-BioNTech: il comitato scientifico di Health Canada, sulla base dei dati forniti dalle due aziende produttrici, hanno giudicato il vaccino efficace contro il Covid-19 e sicuro per l’essere umano.
L’approvazione da parte del ministero era attesa entro la fine di questa settimana, ma l’annuncio di ieri porta a una accelerazione dell’intero processo, che si concluderà con la più grande vaccinazione di massa della storia canadese.
Health Canada ha studiato i dati e gli effetti del vaccino per due mesi. Secondo i risultati, confermati ieri, il vaccino della Pfizer risulta efficace al 95 per cento, un valore molto alto che soddisfa i requisiti minimi richiesti.
La sperimentazione del vaccino è stata effettuata su 44mila volontari. Secondo quanto appurato, la risposta immunitaria stimolata dalla proteina contenuta nel vaccino arriva dopo sette giorni dall’iniezione di richiamo. Il vaccino, infatti, per essere efficace contro il Covid-19, deve essere inoculato nel paziente una prima volta e dopo tre settimane serve una seconda iniezione di richiamo per creare uno scudo completo contro il coronavirus: le persone vaccinate saranno in grado di attivare gli anticorpi capaci di bloccare la possibile infezione.
In ogni caso l’approvazione presenta ancora alcune condizioni. Ad esempio, il via libera è arrivato solamente per chi ha più di sedici anni, mentre gli effetti sui bambini sono ancora al vaglio degli esperti del ministero della Sanità.
Lunedì il primo ministro Justin Trudeau aveva dichiarato che, nel caso in cui fosse arrivato il semaforo verde da parte dei Health Canada, entro la fine di dicembre sarebbero arrivate nel nostro Paese le prime 249mila dosi, una quantità sufficiente per la vaccinazione completa di poco meno di 125mila persone.
La Pfizer ha fatto sapere che le primissime dosi saranno inviate in Canada entro ventiquattrore dall’approvazione del ministero della Sanità. È ipotizzabile quindi che la vaccinazione nel nostro Paese possa partire già all’inizio della prossima settimana.
A questo punto, però, la vera sfida è di carattere logistico. Secondo la tabella di marcia approvata dal governo, a partire da gennaio la fornitura del vaccino dovrebbe diventare costante per parecchi mesi. Entro 90 giorni arriveranno in Canada le dosi sufficienti per vaccinare circa 3 milioni di persone ed entro l’autunno nel nostro Paese ci saranno abbastanza dosi per la vaccinazione di tutta la popolazione, che tuttavia – va ricordato ancora una volta – non sarà obbligatoria ma su base volontaria.
Le dosi del vaccino, una volta inviate in Canada, saranno spedite in quattordici centri raccolta già individuati dall’esecutivo e da qui in altre 203 strutture dove saranno stoccate e conservate. La sfida è quella di mantenere il vaccino a una temperatura costante molto bassa, compresa tra i -60 e i -80 gradi centigradi. Le due aziende produttrici hanno poi indicato la necessità di spostare il meno possibile il vaccino, per non comprometterne l’efficacia.
La prima fase della distribuzione sarà diretta, a livello federale, dalla task force che fa capo al general maggiore Dany Fortin. Poi le responsabilità passeranno alle singole task force nominate dalla varie province e territori, che dovranno provvedere alla distribuzione nei singoli centri urbani canadesi.
Resta ancora da sciogliere il nodo legato alla tempistica della vaccinazione. Secondo le raccomandazioni presentate all’inizio di questa settimana dalla National Advisory Committee on Immunization, le prime dosi dovranno andare alle persone più a rischio – gli anziani quindi che presentano anche delle malattie pregresse – e al personale del settore sanitario che opera in prima linea. Poi più avanti toccherà anche al resto della popolazione, con la scelta dei criteri che deve ancora essere resa nota dalle autorità.

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