Canada

Scende l’inflazione, giù anche i prezzi
dei beni alimentari ma resta incertezza

TORONTO – Dopo i rialzi di agosto, si raffredda l’inflazione nel nostro Paese. Stando ai dati pubblicati ieri da Statistics Canada, il costo della vita a settembre si è attestato a quota 3,8 per cento, in calo rispetto al 4 per cento registrato il mese precedente. Notizie abbastanza confortanti arrivano anche dal fronte dei prodotti alimentari, che hanno subito una flessione rispetto alla scorsa estate anche se – è utile ribadirlo per l’ennesima volta – il loro valore resta abbondantemente più alto rispetto a quello dell’inflazione generale: il carrello della spesa – secondo StatsCan – si attesta al 5,8 per cento rispetto al 6,9 di agosto, con un calo dell’1,1 per cento. Insomma, notizie positive ma non entusiasmanti, che lasciano spazio e un clima d’incertezza alimentato anche dall’attesa per le future decisioni di Bank of Canada, che dovrà decidere se apportare un nuovo ritocco verso l’altro dei tassi d’interesse o se mantenere invariato il tasso di sconto. In questo momento il costo del denaro si trova al 5 per cento, il livello più alto dal 2001. Questo ovviamente ha delle ripercussioni sui mutui e sulle altre forme di prestito creditizio.

Il tentativo di Bank of Canada di contenere l’ondata inflazionistica che ha travolto il Canada dall’inizio del 2022 è stato caratterizzato da continui interventi sul tasso di sconto a partire dal marzo dello stesso anno. L’obiettivo dichiarato del governatore della Banca centrale Tiff Macklem è quello di riportare l’inflazione sotto controllo al 2 per cento, un target fissato da più di un anno. Da un lato siam bee lontani dai picchi inflazionistici dello scorso anno – nell’agosto del 2022 l’inflazione aveva raggiunto quota 8,1 per cento – ma dall’altro il costo della vita continua ad essere troppo alto rispetto all’asticella fissata da Bank of Canada. E proprio per via di questi due elementi contrastanti che gli economisti sono divisi sull’eventuale nuovo rialzo dei tassi d’interesse.

A complicare ulteriormente una situazione già intricata ci ha pensato proprio uno studio della stessa Banca Centrale, che mette in luce come anche nei prossimi mesi potremmo assistere a una significativa fluttuazione dei prezzi. Le aziende si aspettano ancora di trasferire maggiori aumenti dei prezzi ai consumatori tra i timori che la lotta all’inflazione della Banca del Canada sia in stallo, secondo i sondaggi della banca centrale.

Circa la metà delle aziende afferma che le loro pratiche di determinazione dei prezzi “non sono ancora tornate alla normalità” dopo un anno e mezzo di aumenti dei tassi di interesse progettati per frenare l’inflazione, secondo i sondaggi trimestrali sulle prospettive aziendali della Banca del Canada pubblicati lunedì.

“A conti fatti, le aziende stanno ancora pianificando di effettuare aumenti di prezzo più ampi e più frequenti rispetto a prima della pandemia di Covid-9”, secondo i sondaggi.Le imprese si aspettano in gran parte che i loro prezzi aumenteranno a un ritmo più lento rispetto all’anno scorso, con l’allentamento delle pressioni sui propri costi di produzione.

La Banca del Canada ha segnalato che sta cercando una normalizzazione dei comportamenti di prezzo delle imprese mentre valuta se i tassi di interesse dovranno aumentare ulteriormente per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%.

Comunque la prossima decisione sui tassi di interesse della Banca del Canada è fissata per il 25 ottobre.

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