Ontario

Sanità, economia e budget
primaverile: ripartono
i lavori a Queen’s Park

TORONTO – Economia, crescita, posti di lavoro, budget, sanità, nodo Greenbelt. È ricchissima l’agenda politica a livello provinciale in vista del riavvio dei lavori parlamentari a Queen’s Park a partire da oggi dopo la lunga pausa invernale. Il governo guidato dal premier Doug Ford dovrà affrontare una lunga lista di priorità, con le opposizioni che incalzano e con la manovra 2023 che rappresenta uno spartiacque per l’esecutivo: sarà infatti la prima finanziaria post-pandemia, laddove infatti termineranno definitivamente le misure attivate dal governo per fare fronte all’emergenza Covid a sostegno delle famiglie, dai lavoratori e delle imprese dell’Ontario.

Il leader conservatore vuole mettersi alle spalle la fase della pandemia e inaugurare una nuova stagione politica che punta sulla stabilità economica, sulla crescita e sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Detto questo, il premier dovrà fare i conti con alcune nubi all’orizzonte. La prima è quella rappresentata dal possibile rallentamento dell’economica, previsto sia a livello globale dal Fondo monetario Internazionale sia a livello locale. Se e quando la recessione colpirà anche l’Ontario resta uno dei nodi da sciogliere, così come quello relativo alla durata e al grado di intensità del rallentamento della crescita del Prodotto interno lordo provinciale.

Il budget poi dovrà affrontare un secondo problema, che è quello del progressivo rientro dal deficit e dal buco di bilancio record segnato negli ultimi due anni a causa della pandemia.

Il ministro delle Finanze Bethlenfalvy è già al lavoro per la stesura delle linee guida della prossima manovra, che dovrà essere presentata a Queen’s Park entro il prossimo 31 marzo.

Un altro tema di grande importanza è quello relativo alla Sanità. Il governo provinciale ha incassato l’accordo con l’esecutivo federali e le altre controparti provinciali sul trasferimento dei fondi per il settore sanitario, un piano di copertura per i prossimi dieci anni del valore complessivo di 196 miliardi di dollari.

Di questi, solo 46,2 miliardi rappresentano soldi freschi, mentre il resto era già previsto nel precedente accordo decennale. L’Ontario, inoltre, dovrà trattare bilateralmente con Ottawa ulteriori fondi. Il governo provinciale è al lavoro per decidere l’allocazione dei nuovi fondi: si tratta di finanziamenti necessari per affrontare uno stato di crisi che sta attanagliando il sistema sanitario provinciale.

Negli ultimi mesi l’emergenza si è acuita nei pronto soccorso e nella cronica mancanza di personale sanitario, tanto da spingere il governo all’apertura alle privatizzazioni. E qui si entra su un terreno minato, perché una delle precondizioni imposte da Ottawa sull’utilizzo dei nuovi stanziamenti è quella della difesa e della tutela del sistema sanitario pubblico. Le opposizioni si questo punto sono sul piede di guerra. Marit Stiles, leader dell’Ndp, ha accusato il premier Ford di voler “americanizzare” la sanità dell’Ontario, e ha chiesto ufficialmente al governo di tornare sui propri passi.

Grandi incognite all’orizzonte, dicevamo, arricchite anche dalle improvvise dimissioni del sindaco di Toronto John Tory sull’onda lunga della scappatella extraconiugale con una ormai ex componente del suo staff. In questi anni Tory aveva rappresentato un punto fermo per l’amministrazione Ford, un prezioso alleato che aveva facilitato i rapporti tra i due livelli di governo. Ora con il futuro nuovo sindaco ci sarà da costruire da zero un rapporto che in passato – a seconda di chi ricopriva le cariche di premier e di primo cittadino di Toronto – è stato burrascoso e a volte di netta contrapposizione. Ma il filo conduttore delle grandi incognite non riguarda solo la maggioranza del Progressive Conservative.

Nelle fila dell’opposizione, se l’Ndp ha finalmente trovato stabilità nel passaggio di consegne tra Andrea Horwath e Stiles, il Partito Liberale a livello di leadership si trova ancora in alto mare. La corsa alla nomination non decolla mentre resta aperta l’ipotesi che vedrebbe alla guida del partito Mike Schreiner, attuale leader dei Verdi provinciali.

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