TORONTO – Ancora problemi sul fronte vaccini in Canada. Per la terza volta in poche settimane le forniture di vaccino anti Covid-19 destinate al nostro Paese subiranno dei tagli rispetto ai quantitativi previsti.
Stando ad alcuni documenti del Public Health Agency of Canada pubblicati ieri in esclusiva da Ctv, anche nella settimana del 22 febbraio la compagnia farmaceutica Moderna invierà in Canada una fornitura con meno dosi.
Si tratta del secondo preoccupante taglio effettuato dalla multinazionale americana. Già questa settimana il Canada avrebbe dovuto ricevere 230mila dosi, secondo la tabella di marcia stilata dal governo federale sulla base del contratto siglato la scorsa estate. In realtà il nostro Paese negli ultimi sette giorni ha ricevuto appena 180mila dosi e questo ha avuto delle pesanti ripercussioni nella campagna di vaccinazione nelle varie province, che per effetto dei tagli effettuati anche dalla Pfizer, ha raggiunto un sostanziale stallo.
Per tutto febbraio la Pfizer, per via di alcuni problemi logistici registrati nello stabilimento di produzione in Belgio, ha tagliato della metà le dosi che sarebbero dovute arrivare in Canada.
Questi continui ritardi stanno provocando numerosi grattacapi al primo ministro Justin Trudeau. Il leader liberale punta moltissimo sullo svolgimento della vaccinazione di massa senza troppi contrattempi anche in chiave elettorale. Se i ritardi nelle consegne dovessero accumularsi, con un evidente ritardo nella campagna di vaccinazione, potrebbero esserci delle pesanti conseguenze anche a livello politico.
Dal canto suo il primo ministro ha rassicurato il Paese affermando che nelle prossime settimane i ritardi nelle forniture che hanno caratterizzato le ultime settimane dovrebbero progressivamente essere riassorbiti da un graduale aumento dell’invio delle dosi sia da parte della Pfizer che da Moderna.
Ma il problema – ed è questa l’accusa mossa dalle opposizioni la scorsa settimana alla House of Commons – è stato in parte anche l’atteggiamento troppo soft di Trudeau nei confronti delle due multinazionali che non hanno rispettato quanto scritto nel contratto.
In Europa un simile impasse è stato superato con la minaccia – prima dell’Italia, poi dell’intera unione Europea – di una possibile azione legale nel caso di mancata consegna delle forniture previste. Qui in Canada Trudeau ha preferito tenere un basso profilo, puntando invece le sue carte su un futuro vaccino prodotto direttamente in Canada. Ma anche in questo caso ci saranno parecchi ostacoli da superare.
La compagnia incaricata, la Novavax, deve ancora ricevere l’approvazione dell’ente regolatore canadese e secondo la tabella di marcia di Health Canada questo non avverrà prima di due mesi. Allo stesso tempo lo stabilimento di Montreal designato alla produzione del vaccino non sarà pronto a viaggiare a pieno regime prima di luglio, quando potrà produrre all’incirca 4 milioni di dosi al mese.
Insomma, ci sono ancora troppe incognite all’orizzonte. Nel frattempo, la presenza delle nuove varianti Covid rappresenta una minaccia per tutto il Paese.
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