TORONTO – Mentre si fa sempre più incalzante il tam tam di genitori, pediatri, psicologi e dell’Hospital for Sick Children che chiedono al governo una immediata riapertura delle scuole, la ministra della Salute Elliott ha rotto il silenzio dicendo che “è possibile che il governo possa optare per un approccio regionale”.
Appena qualche ora prima il dottor Chief Medical Officer of Health dell’Ontario David Williams si è detto a favore del rientro nelle classi dei ragazzi il più presto possibile. “Idealmente vorrei che le scuole riaprissero ancor prima di dare inizio alla Fase 1 della nostra Road Map (il 14 giugno, ndr)”, ha detto Williams. Alcune scuole, ha anche suggerito, potrebbero riaprire il 31 maggio.
Poche ore prima, un gruppo di 14 ricercatori che studia gli effetti della pandemia sui bambini, ha suonato l’ennesimo allarme: “Siamo all’apice di una catastrofe generazionale”, ha scritto Tracy Vaillancourt, docente all’Università di Ottawa specialista di salute mentale dei bambini, in una lettera indirizzata al premier Ford per sollecitare il rientro a scuola degli studenti rimasti a casa all’inizio di aprile.
Ma mentre i medici e gli esperti di problematiche psicologiche legate all’infanzia e all’adolescenza concordano da tempo sulla necessità dei ragazzi di frequentare in presenza la scuola, il dottor Williams e il premier Ford hanno fatto finora a scaricabarile. Entrambi hanno cercato di esimersi dalle proprie responsabilità, riversandole l’uno sull’altro. “Ascolto il parere del dottor Williams”, ha detto più volte Ford incalzato dalla fatica domanda “a quando la riapertura?”. “Ho sempre sostenuto che le scuole dovrebbero essere le ultime a chiudere e le prime ad aprire”, ha dichiarato il Chief Medical Officer of Health della provincia. È una patata bollente, questa della scuola, che nessuno vuole prendere in mano, il rischio è quello di scottarsi.
Il rientro dei ragazzi a scuola, seppur per breve tempo, viene sostenuto in misura sempre maggiore con il passare dei giorni. “Il dottor Williams, è ansioso di vedere gli studenti tornare in classe, ma il conteggio dei casi deve essere abbastanza basso da poter essere ritenuto sicuro perché le scuole riflettono cosa sta succedendo nella comunità”, ha detto la Elliott a CP24. “È certamente possibile che le scuole possano quindi essere riaperte in alcune regioni a giugno mentre in altre resteranno chiuse – ha aggiunto la ministra – la decisione finale sarà presa da Williams. So che il ministro Lecce vuole assicurarsi che il rientro a scuola degli studenti avvenga in modo sicuro al momento opportuno”.
Ma mentre del ritorno sui banchi ne parlano in questo momento medici, Williams ed Elliott, il ministro dell’Istruzione Lecce evita di esporsi e mantiene un basso profilo. E mentre i provveditorati – informati dal suo ministero che anche il prossimo anno rimarrà in atto l’opzione didattica a distanza – iniziano a prepararsi a settembre, dopo il pressing dei medici il governo sembra tentennare e paventa una possibile riapertura a un mese dalla fine dell’anno scolastico. “La nostra opinione professionale è che queste interruzioni hanno influenzato negativamente tutti gli aspetti dello sviluppo del bambino, che si estendono ben oltre l’apprendimento”, hanno ammonito gli specialisti.
Rimane però l’incognita insegnanti. La scorsa settimana i sindacati dei docenti hanno dichiarato di sostenere la riapertura delle scuole a patto che la provincia tenga presenti le loro preoccupazioni e si impegni a renderle più sicure. E per far che ciò accada, dicono, occorrono classi di dimensioni inferiori, test e un migliore tracciamento dei contatti. Richieste già avanzate da più di un anno alle quali però il governo è finora rimasto sordo.