Canada

Riapre il parlamento,
scontro su politiche abitative

TORONTO – Continua il braccio di ferro sulla crisi abitativa in Canada. Quello che è stato i tema che ha monopolizzato il dibattito politico della scorsa estate si sposta nelle sedi istituzionali questa settimana, con il riavvio dei lavori parlamentari dopo la lunghissima pausa estiva. Nel mirino delle opposizioni, ovviamente, resta il governo guidato dal primo ministro Justin Trudeau, accusato di immobilismo su un tema delicatissimo che secondo tutti i principali sondaggi d’opinione rappresenta la principale preoccupazione per i canadesi.

La scorsa settimana l’esecutivo ha cercato di correre ai riapri e durante la tre giorni di London – dove ha avuto luogo l’incontro del gruppo parlamentare liberale – ha annunciato due provvedimenti concreti: il primo è l’erogazione di 74 milioni di dollari destinati a progetti di abitazioni popolari a London, una misura questa che apre i cordoni della borsa del fondo per le politiche abitative di 4 miliardi di dollari che fino a questo momento – dopo la sua l’istituzione lo scorso gennaio – non sono mai stati usati.

Il secondo è l’eliminazione della GST per la costruzione di case popolari destinate all’affitto, con un ingente risparmio per i costruttori sul fronte dei materiali e della manodopera.

Troppo poco e troppo tardi, secondo le opposizioni, che invece chiedono all’esecutivo la svolta e un maggiore impegno nell’agenda di governo da qui alla prossima primavera, quando sarà presentata la prossima manovra finanziaria. Le critiche di conservatori e neodemocratici non si fermano qua.

Da un lato – sottolineano le opposizioni – il provvedimento annunciato per London è marginale e limitato geograficamente, quindi non avrà alcun tipo di impatto nelle altre regioni del Paese che stanno attraversando questa fase di crisi.

Dall’altro l’eliminazione della GST è un passo verso la giusta direzione: tuttavia questa misura era già presente nel programma elettorale del 2015 e sono dovuti passare otto lunghi anni prima della sua attivazione. In sostanza, dicono Pierre Poilievre e Jagmeet singh, è il governo stesso ad aver contribuito ad inasprire la crisi proprio a causa della lentezza nell’approvazione di questo provvedimento.

Il leader conservatore, tra l’altro, ha presentato il suo piano per affrontare la crisi abitativa.

Tra i punti più rilevanti, legare i finanziamenti federali ai comuni al numero di alloggi avviati, offrire ingenti bonus ai Comuni che superano l’obiettivo del 15% in più di case costruite ogni anno, con il recupero dei soldi dai Comuni che non raggiungono tale obiettivo. Oltre a questo, implementare una multa sui Comuni che bloccano la costruzione, chiedere che la Canada Mortgage and Housing Corporation (CMHC) acceleri l’approvazione dei finanziamenti per i progetti , eliminare la sugli alloggi in appartamenti a prezzi accessibili per stimolare lo sviluppo.

Infine, vendere il 15% degli edifici di proprietà federale in modo che la terra possa essere utilizzata per costruire case a prezzi accessibili.

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