Ontario

Rebus seconda dose
tra marce di protesta
e voglia di normalità

TORONTO – Mentre la vaccinazione di massa procede secondo la tabella di marcia, cresce la voglia di tornare alla normalità dopo un anno e mezzo di pandemia, vissuto tra lockdown e restrizioni. E questa voglia di normalità, almeno per ora, va a scontrarsi con la necessaria cautela con la quale il governo provinciale ha deciso di riaprire l’economia dell’Ontario.

I primi prudenti allentamenti delle restrizioni li vedremo il 14 giugno, quando la provincia entrerà nella fase uno del piano di riapertura e questo Victoria Day Long Weekend è stato un po’ il banco di prova della capacità dei cittadini di poter resistere ancora per tre settimane. Il bel tempo non ha aiutato e in varie zone della provincia la polizia è stata costretta a intervenire per assembramenti illegali, mancato rispetto della distanza sociale e non utilizzo della mascherina.

Domenica sera, lungo le spiagge di Woodbine e Cherry, la polizia ha emesso decine di multe alle persone che si erano radunate per sparare fuochi artificiali. Le immagini tratte da Twitter ieri mattina testimoniano una massiccia presenza di persone che hanno lasciato sulla spiaggia cartacce, bottiglie di plastica e di vetro e spazzatura.

Nulla di organizzato, al contrario di quanto era successo sabato 15 maggio a Toronto durante il Worldwide Freedom Rally, dove migliaia di persone – anche se non è stato comunicato alcun numero ufficiale sulle presenza reali – avevano sfilato senza mascherine e distanziamento sociale per protestare contro le restrizioni imposte dal governo provinciale. Dalle immagini della manifestazione, che ha radunato un variegato gruppo di no mask, no vax, negazionisti, cospirazionisti ed esponenti politici di estrema destra – capeggiati dal leader del People’s Party Maxime Bernier – si intuisce come durante la manifestazione non siano state rispettate le linee guida e i protocolli di sicurezza per limitare il contagio di Covid-19. Resta da capire se nei prossimi giorni ci sarà un’impennata dei contagi proprio a causa di quell’evento e se, al contrario, la curva epidemiologica in provincia continuerà a scendere, seguendo la traiettoria delle ultime settimane.

Si continua infine a discutere sul nodo legato alla seconda dose di vaccino. Dopo il tira e molla degli ultimi giorni, le autorità sanitarie dell’Ontario hanno dato il via libera all’uso dell’AstraZeneca solamente per chi ha già fatto la prima dose con questo vaccino. Una posizione questa in netta contraddizione con quanto dichiarato prima: della necessità cioè di mischiare due vaccini diversi, che si è rivelato efficace e sicuro secondo due diversi studi pubblicati in Inghilterra e in Spagna.

A ingarbugliare la situazione ci ha pensato ieri la National Advisory Committee on Immunization (Naci), che ha sottolineato come sarebbe preferibile usare prima e seconda dose dello stesso vaccino e, dove non fosse possibile, mischiare vaccini della stessa tipologia: il Pfizer con Moderna e l’AstraZeneca con il Johnson and Johnson. Ma a questo punto emergono alcuni punti interrogativi verso i quali lo stesso Naci non è stato in grado di dare risposte attendibili. Il Johnson and Johnson, anche se è già stato approvato da Health Canada, non è stato ancora distribuito alle province a cause dei rischi legati a possibili casi di trombosi: lo stesso identico problema di AstraZeneca.

Un altro dubbio è legato invece alla natura stessa del vaccino: Johnson and Johnson è l’unico monodose, capace cioè di stimolare le risposte immunitari contro il Covid con una sola dose. A questo punto quali sarebbero gli effetti di un mix con AstraZeneca?

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