SHERBROOKE (Quebec) – La “parola magica” c’è, nel programma del Bloc Québécois: indipendenza. È a pagina 14, nel paragrafo intitolato Faire porter notre voix (“Fare sentire la nostra voce”), in un contesto che non lascia spazio a dubbi: “Tutti i rappresentanti eletti del Bloc Québécois presenteranno un’immagine propria del Quebec alla comunità internazionale ed ai corpi diplomatici in Canada e Quebec, preparandoli così alla possibilità di un futuro referendum sulla sovranità e, se necessario, al riconoscimento dell’indipendenza del Quebec”.
Independance ricorre anche in un secondo paragrafo: quello relativo alla cultura quebecchese, nel caso specifico all’informazione, quando si fa riferimento alla necessità di distinguere le reti francesi da quelle inglesi.
Distinguersi – in tutti i sensi – dal resto del Canada è, insomma, l’obiettivo principale del programma del Blocco, presentato dal leader Yves-François Blanchet sabato scorso a Sherbrooke, in Quebec. Un programma intitolato “Choisir le Québec” (“Scegliere il Quebec”: potete scaricarlo/leggerlo qui) e articolato in una trentina di pagine “fatte per amore per la nostra Nazione (dove “Nazione” sta per Quebec), ma anche per dovere” di “costruire il Quebec di domani: un Quebec”, appunto, “indipendente” come si legge a pagina 5: un Québec indépendant.
Il progamma del Bloc affronta anche tutte le questioni più “calde” del momento. Passandone in rassegna alcune, c’è innanzitutto una proposta di legge che prevede che il governo federale sia costretto a sottoporre i testi preliminari di qualsiasi accordo di libero scambio al voto della Camera dei Comuni prima che vengano ratificati, anche alla luce del fatto che, nel caso specifico della guerra commerciale con gli Usa, le minacce poste dai dazi del presidente statiunitense Donald Trump prendono di mira le industrie del Quebec, in particolare il settore aerospaziale e quelli dell’alluminio, del legno e della pesca. “L’ultima volta che ho controllato, il Canada avrebbe dovuto essere una democrazia”, ha detto Blanchet a Sherbrooke. “Qualsiasi trattato deve essere sostenuto e votato in Parlamento. Altrimenti, che senso ha avere un Parlamento?”. Inoltre, secondo la piattaforma quebecchese, una delegazione del Quebec, selezionata dalla stessa Provincia, dovrebbe poter rappresentare i propri interessi quando si tratta di negoziare un accordo di libero scambio. Gli interessi del Quebec, non del Canada, come nel caso dell’ipotesi di un oledotto: Blanchet l’ha già detto, non ci sarà nessun oleodotto sul suolo quebecchese.
Per quanto riguarda l’edilizia abitativa, il Bloc afferma di voler ridurre il “flipping” nel mercato immobiliare costringendo i proprietari a tenere per almeno due anni l’immobile che acquistano e proporre un aiuto (federale) per chi acquista la propria prima casa. Per quanto riguarda la salute, il partito si impegna a continuare a puntare al governo federale per pagare il 35% dei costi sanitari della Provincia, ma chiederebbe a Ottawa di trasferire la supervisione del programma di assistenza odontoiatrica pubblica al Quebec. C’è poi la proposta, già avanzata in precedenza e più volte, di aumentare la pensione di vecchiaia del 10% per i 65-74enni.
Per quanto riguarda le questioni culturali, il Bloc sostiene la laicità e vieterebbe di indossare simboli religiosi a tutti i dipendenti federali che lavorano in Quebec; inoltre, vorrebbe sostituire la preghiera quotidiana tenuta prima dell’inizio del lavoro alla Camera dei Comuni con un momento di riflessione.
La piattaforma prevede inoltre che chiunque presti giuramento come cittadino canadese in Quebec lo debba fare in Francese, anziché scegliere tra le due lingue ufficiali del Canada, e qualsiasi riferimento alla monarchia britannica verrebbe rimosso dal sermone sulla cittadinanza. Poi, ancora: abolizione del Senato e riduzione dello stipendio del Governatore Generale del Canada ad un simbolico $ 1 (attualmente è di $ 362,800 all’anno). E, a proposito di rapporti Canada – Famiglia Reale (dei quali il Governatore Generale è tramite), il Bloc propone anche di addebitare alla “multimiliardaria Corona britannica” le spese delle sue visite in Canada.
Per rendere il messaggio ancora più chiaro, durante la presentazione della piattaforma, Blanchet ha invitato sul palco il cantautore quebecchese Daniel Boucher, uno dei sovranisti più ferventi della comunità artistica francofona: il cantante-musicista ha interpretato “Ma Nation”, un brano rock originale pubblicato il giorno dopo la convocazione delle elezioni federali, nel quale Boucher dipinge un quadro a tinte fosche dell’attuale situazione politica prima di descrivere nel ritornello la sua Nazione idealizzata. Dove per Nazione non s’intende, naturalmente, il Canada, bensì il Quebec che, come è scritto nel programma del Bloc, è une nation, point. Una Nazione, punto.
Nella foto sopra, Blanchet sul palco a Sherbrooke con il cantautore Boucher (dalla pagina Twitter X @yfblanchet); qui sotto, la canzone “Ma Nation”
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