TORONTO – Quattro settimane. È quanto rimane ai candidati nella corsa alla carica di sindaco di Toronto per cercare di frenare la corsa di Olivia Chow, in testa in tutti i sondaggi effettuati dall’annuncio della sua candidatura per il dopo Tory grazie a un terzo delle intenzioni di voto di tutti gli aventi diritto. Il divario tra l’ex parlamentare neodemocratica e gli sfidanti continua ad essere significativo: recuperabile, questo sì, ma con il passare dei giorni la sfida per gli altri candidati appare sempre più in salita.
Anche ieri, infatti, sono stati pubblicati due sondaggi effettuati il 26 e il 27 maggio su un campione rilevante che mettono in luce come i rapporti di forza tra i candidati rimangano sostanzialmente immutati rispetto a quanto rilevato fino a questo momento. Sia la Forum Research che Liaison Strategies sono concordi nell’identificare la Chow come il vero candidato da battere all’appuntamento alle urne del 26 giugno. Secondo il primo istituto demoscopico, la vedova di Jack Layton se si dovesse votare in questo momento catturerebbe il 34 per cento dei voti, mentre la seconda agenzia di sondaggi quantifica il livello di consenso per l’ex deputata federale al 30 per cento. Sfumature, dicevamo, di fronte al dato centrale: a Toronto praticamente un elettore su tre ha già scelto di votare per lei. La presenza di numerosi candidati di peso, con alle spalle una significativa esperienza politica nei tre livelli di governo, fa da zavorra alla possibile identificazione di un credibile “anti-Chow” nell’elettorato torontino. I candidati più autorevoli in sostanza si pestano i piedi e nessuno emerge come un potenziale sfidante.
Mark Saunders, che ha avuto l’investitura indiretta del premier Doug Ford nelle ultime settimane, viene dato al 14 per cento in entrambi i sondaggi, mentre Mitzie Hunter ha registrato un leggero aumento rispetto alla scorsa settimana: l’ex parlamentare provinciale del Partito Liberale ha un picco massimo del 14 per cento e un minimo del 9 per cento. Anche in questo caso ci sarebbe bisogno di una ulteriore spinta sul livello di consenso che ancora non arriva. Ana Bailao, che ha messo in piedi una campagna elettorale estremamente organizzata e che può contare sul sostegno di numerose organizzazioni sindacali capaci di alimentare il consenso, balla ancora tra il 9 e il 10 per cento. Il consigliere comunale Josh Matlow ha una forchetta tra il 10 e l’11 per cento, un valore questo pressoché identico registrato in tutti i sondaggi a partire dall’ufficializzazione della sua candidatura. Un altro consigliere comunale in corsa, Brad Bradford, ha un massimo del 10 per cento e un minimo del 5 per cento, mentre il giornalista Anthony Furey, secondo Forum Research, fa un netto balzo in avanti raggiungendo il 9 per cento: per Liaison Strategies, invece, la percentuale di potenziali elettori non è significativa.
Ora, per bloccare la corsa della Chow – o quanto meno per rallentarla – dovrebbe scattare il gioco delle alleanze, con il passo indietro di qualche candidato e il conseguente endorsement per un altro sfidante. Una dinamica questa invocata da molti ma che per ora non si concretizza. Ovviamente per l’ex deputata neodemocratica la speranza è che non cambi nulla e che si arrivi al 26 giugno con tutti i principali candidati ancora in corsa: per lei sarà così molto più facile vincere e sedersi su quella poltrona sfuggitale nel 2014, quando venne battuta da Tory.
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