Canada

Prezzi, il piano del governo
diventa un boomerang:
“Li farà salire invece che calmierarli”

TORONTO – Dopo due anni di lavoro, il gruppo responsabile dello sviluppo del “Codice di Condotta Alimentare” – tanto voluto dal governo federale per frenare la corsa dei prezzi nei supermercati – afferma che il lancio del progetto è frenato dalla mancanza di sostegno da parte di alcuni importanti produttori di generi alimentari, primi fra tutti Loblaw e Walmart. E l’impressione generale è che il “piano” pensato dal governo stesso faccia acqua da tutte le parti.

“Siamo in un vicolo cieco”, ha affermato Michael Graydon, amministratore delegato dell’associazione Food, Health & Consumer Products of Canada e presidente del gruppo ad interim del “Codice”. Mercoledì, il gruppo ha inviato una relazione sui progressi compiuti ai ministri interessati. “Si teme che senza la piena partecipazione di tutti i principali rivenditori di generi alimentari, l’attuazione del ‘Codice’ metterebbe le parti interessate in una posizione di svantaggio competitivo”, si legge nel rapporto.

“Ci troviamo di fronte alla mancanza di consenso e dire che questo è deludente sarebbe un eufemismo”, ha affermato il ministro federale dell’Agricoltura, Lawrence MacAulay. “Stiamo esaminando attivamente tutte le opzioni federali disponibili, inclusa la legislazione”, ha aggiunto MacAulay. “Ho incontrato anche il mio collega (il ministro federale dell’Industria, Francois-Philippe Champagne) ed i suoi omologhi provinciali e territoriali. Poiché gli aspetti-chiave del ‘Codice’ ricadrebbero sotto la giurisdizione provinciale, abbiamo chiesto loro di fare lo stesso”.

Ma perché Loblaw e Walmart Canada non vogliono firmare l’accordo sul “Codice”? La spiegazione è semplice: i due colossi alimentari hanno espresso preoccupazione per il fatto che il “Codice” potrebbe, paradossalmente, aumentare i costi per i consumatori canadesi. E l’aumento sarebbe, secondo Loblaw, addirittura di oltre un miliardo di dollari.

“Rimaniamo d’accordo con l’introduzione di un eventuale ‘Codice di Condotta’, ma non ne firmeremo uno che non sia nel migliore interesse dei nostri clienti”, ha detto mercoledì la portavoce di Loblaw, Catherine Thomas.

L’amministratore delegato di Walmart Canada, Gonzalo Gebara, ha a sua volta detto ai parlamentari che la società non è attualmente nella posizione di impegnarsi a rispettare il ‘Codice’, a causa di “disposizioni che creano burocrazia e costi, costi che finiranno inevitabilmente sui prezzi di scaffale” e, quindi, nelle tasche dei consumatori, snaturando di fatto la filosofia “low cost” di Walmart che dunque esprime “forti riserve” sull’ultima bozza del ‘Codice’, ma continuerà a fornire feedback nella speranza che si possa trovare una soluzione.

“Abbiamo adempiuto al mandato che ci hanno dato, ovvero che l’industria sviluppasse questo ‘Codice’ “, ha affermato Gary Sands, membro del gruppo ad interim per il ‘Codice’ e vicepresidente senior della Canadian Federation of Independent Grocers. Ma il gruppo stesso non ha il potere di obbligare tutti i principali attori del settore ad aderire, ha aggiunto. Quindi, “ora spetta ai governi trovare un modo per garantire la partecipazione di tutti”. Già. E come?

Foto di Tumisu da Pixabay

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