Canada

Poilievre: “L’accordo con gli Usa? Io lo farei senza dazi, ma serve un Canada più forte”

OTTAWA – Un accordo senza dazi, raggiungibile dopo avere reso il Canada più forte, autosufficiente, in modo da avere la “leva” per negoziare: è questo in estrema sintesi, il Poilievre-pensiero emerso nel corso dell’intervista con la giornalista Vassy Kapelos durante il programma domenicale “Question Time” di CTV.

Il leader dei Conservatori ha esposto quello che sarebbe il suo piano se fosse primo ministro al posto del liberale Mark Carney nel bel mezzo della prolungata guerra commerciale con gli Stati Uniti innescata la presidente americano Donald Trump sin dal momento della sua elezione. “Avevamo un accesso privilegiato all’economia americana e, in cambio, potevamo garantire una maggiore sicurezza continentale che rendeva entrambi i nostri Paesi più sicuri e stabili”, ha detto Poilievre. “Questo è l’accordo che sceglierei”, senza dazi.

Com’è noto, Canada e Stati Uniti sono in trattative da mesi per un nuovo accordo economico e di sicurezza, con il primo ministro Mark Carney ed il suo team che insistono nel dare priorità al raggiungimento del “miglior accordo” piuttosto che ad un patto tempestivo. Alla fine del mese scorso, Carney ha annunciato l’eliminazione, da parte del Canada, di molti dei suoi dazi doganali, nella speranza di innescare una reazione simile da parte della controparte americana. Cosa che, finora, non è successa. E secondo Poilievre, quella mossa è stata un segno di debolezza di Carney, che Trump ha subito “annusato”.

“Penso che la chiave per il nostro Paese sia, invece, diventare più autosufficienti, forti e stare in piedi sulle nostre gambe, in modo da avere la leva per negoziare”, ha detto Poilievre alla Kapelos, sottolineando che Carney ha “purtroppo negoziato partendo da una posizione di debolezza” determinata anche dalle “politiche liberali anti-sviluppo”, come il tetto alle emissioni del settore petrolifero e del gas, la carbon tax industriale, il disegno di legge C-69, l’Impact Assessment Act, che molti Conservatori hanno soprannominato “legge contro gli oleodotti”. “Se stessimo costruendo oleodotti ed espandendo i porti e trasferendo le nostre risorse verso mercati lontani nel Pacifico e nell’Atlantico, allora potremmo rivolgerci agli americani con la possibilità di dire che abbiamo altre opzioni”, ha detto Poilievre.

Molti gli argomenti trattati nell’intervista – andata in onda ieri – , fra i quali anche la revisione della leadership consevatrice, in programma il prossimo anno. “Non credo nella magia” ha detto Poilievre quando la Kapelos gli ha chiesto se avesse in mente un “numero magico” per il livello minimo di supporto che spera di raggiungere. Ma la giornalista lo ha incalzato, chiedendogli di nuovo se abbia in mente, o no, un numero che pensi di dover necessariamente raggiungere per rimanere leader e lui ha risposto: “No”.

Qui sotto, l’intervista integrale dal canale YouTube di CTV (la foto in alto è uno screeenshot da questo video)

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