Il Commento

Phillips dimissionario:
Ma chi ca… me lo fa fare?

TORONTO – Questo riassume il motivo (i) per cui l’ormai ex ministro Phillips ha deciso di dimettersi. Non esiste un modo elegante per tradurre questa espressione idiomatica italiana di frustrazione per ciò che sta accadendo. Ma si possono riempire gli spazi vuoti con imprecazioni tipiche dei facchini, prontamente disponibili, e probabilmente “essere sui soldi”.

Rod Phillips era un “uomo da soldi”, allevato nei consigli di amministrazione imprenditoriale nella regione, preoccupato per le questioni macroeconomiche.

Da quello che sapevo della sua personalità pubblica, tendeva a proiettare un comportamento piuttosto “patrizio”, ma con una certa difficoltà ad esprimere il senso di scopo pubblico che sembrava essere al centro del suo concetto di obbligo civico.

La confusione della circostanza comica che si sta diffondendo in tutto il suo governo lo avrebbe sicuramente indotto a rivolgersi agli idiomi italiani per avere una “guida”. Il problema con le espressioni idiomatiche è che contengono domande retoriche. Ci si rivolge a loro perché si conosce già la risposta e l’esercizio è un ultimo sforzo per evitare di “saltare dalla nave”.

Chi può biasimarlo? Prova a metterti nella sua posizione, come Ministro nel Consiglio dei Ministri, e prendere decisioni di vita o di morte per 14.500.000 dei tuoi concittadini durante la più critica crisi in tempo di pace nella storia dell’Ontario. È dura. Negli ultimi due anni, più di 10.000 morti (solo in Ontario) sono state attribuite alle devastazioni di un virus che a tutti era stato detto che sarebbe arrivato.

Come sostituto di Phillips avresti dovuto fare i conti con: (1) un Premier il cui approccio al processo decisionale appare nel migliore dei casi “irregolare” e che si è rassegnato a una posizione subordinata, da mendicante, nei confronti del governo federale, (2) statistici universitari sottoccupati che affermano di progettare i modelli più a prova di proiettile per aiutarlo a prevedere le traiettorie delle incursioni del virus (finora, sembrano aver sovraccaricato le loro relazioni meglio descritte come sollievo comico perché rispettabili organizzazioni internazionali li rendono disponibili al pubblico; il Corriere ha adattato, da loro, un paradigma di facile comprensione per i suoi lettori), (3) ci sono 52 “esperti” intorno al Tavolo della Scienza, insieme ad altri 82 su quattro Comitati, [in competizione] con un numero indefinito di Funzionari sanitari pubblici, collaboratori ministeriali, personale politico ed esperti esterni per consigliarlo/ti su cosa fare.

Saresti confuso? Il tuo predecessore, un medico, responsabile della “vecchiaia e della morte” nei centri di cura a lunga degenza, è praticamente scomparso poiché più di 3.000 “anziani” sono morti soli e disperati. Ora quelle decisioni sono il tuo patrimonio.

Nel frattempo, il ministro dell’Istruzione responsabile delle 4.900 scuole pubbliche e cattoliche della provincia (secondo i siti web del governo dell’Ontario), così come le loro controparti private, ha trascorso 18 mesi cercando di capire se i circa 2.000.000 di studenti dovrebbero rimanere a casa, andare a scuola o… ehi, che diavolo l’università di gomma da masticare che lo ha preparato per la vita ha lasciato questo capitolo fuori dal corso di laurea! Ora nessuno sa cosa accadrà quando la scuola aprirà il 17 (ndr oggi).

I sindacati e le associazioni dei servizi medici si stanno rivelando di scarso aiuto per te. Come le loro controparti nella professione di Insegnante, si sono lavati le mani dalle criticità molto tempo fa. Il loro motto si è trasformato nella cultura odierna del “poveri noi, mostraci solo i soldi”. L’unica cosa che si frappone tra te e l’annientamento politico è un’opposizione decisamente mediocre nella legislatura.

Il 2 giugno è il giorno delle elezioni e proprio dietro l’angolo. Cosa faresti? Ti butti dalla nave ora o aspetti che ti affoghino più tardi?

Traduzione in Italiano a cura di Marzio Pelù

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