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Papa Francesco: nella bara da povero, con le scarpe consumate

CITTÀ DEL VATICANO – In Inglese si dice “to put yourself in someone’s shoes”. Significa che per mettersi nei panni degli altri basterebbe indossare le loro scarpe. Papa Francesco l’ha fatto, indossando, anche da morto oltre che in vita, scarpe da “ultimo”. Niente pantofole rosse papali come Wojtyla, né mocassini neri come Ratzinger. Ai suoi piedi, in una bara già da povero, le scarpe nere (ortopediche) che usava in vita, vecchie, consumate. Le stesse scarpe che hanno camminato in giro per il mondo con lui, così impegnato a portare una nuova evangelizzazione fatta di accoglienza degli ‘ultimi’. E come quegli ‘ultimi’ ha voluto indossare, anche da morto oltre che da vivo, le sue normalissime calzature.

Prima di lui, Papa Ratzinger, nel corso del suo pontificato calzò scarpe rosse, anche se poi dopo le dimissioni, nel suo ritiro da Papa emerito, scelse dei comodi sandali. Per l’eterno riposo nella bara, si preferirono però dei mocassini neri.

Andando a ritroso, nel sarcofago in cristallo di Papa Giovanni XXIII nella Basilica di San Pietro si vede il Pontefice con rosse pantofole papali.

Francesco, no. E la sua scelta di essere sepolto con quelle scarpe consumate fa tornare in mente, come fa notare l’agenzia di stampa AGI, le scarpe rotte di Don Orione, proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 2004.

Don Orione… ma chi era costui? Nato a Pontecurone nella diocesi di Tortona (Alessandria) il 23 giugno 1872, fondò tra il 1899 ed il 1903 la Piccola Opera della Divina Provvidenza, un’organizzazione religiosa e caritatevole che si occupa principalmente di assistenza ai poveri, ai malati ed ai disabili, oltre a fornire educazione e formazione ai giovani. Gli ‘ultimi’, insomma: già questo lo accomuna a Francesco.

E pure per Don Orione, quando morì il 12 marzo del 1940, furono scelte appositamente delle scarpe vecchie: a Tortona, nella teca che contiene il suo corpo, si vedono le suole delle scarpe consumate, con un buco nella suola.

Don Flavio Peloso, fino a otto anni fa superiore generale dell’Opera Don Orione ed attualmente direttore della casa di formazione orionina al Paterno di Tortona, in un post sul proprio profilo Facebook (qui sotto) ha voluto ricordare la storia, emblematica di un modo di fare e di essere Chiesa. Raccontando un piccolo ‘miracolo’ e sottolineando che Don Orione lungo la sua vita era solito regalare le scarpe nuove che riceveva, preferendo sempre le sue, per quanto bucate. “Papa Francesco è stato posto nella bara con le sue scarpe usate vecchie e consumate. Alcuni pochi scatti fotografici al corpo, prima della chiusura della cassa, le hanno mostrate. Quelle scarpe – scrive Don Flavio – valgono più di un’enciclica sulla povertà del cristiano e della Chiesa”.

“Da orionino – prosegue Don Flavio – il mio pensiero è andato subito alle scarpe vecchie, e con un buco nella suola, di Don Orione esposto nell’urna di vetro nel Santuario della Madonna della Guardia di Tortona. Quando accompagno pellegrini, sempre faccio notare quel particolare e la storia che c’è dietro, da me personalmente ascoltata dalla dottoressa Maria Venturini, dell’équipe medica del Monsignor Gianfranco Nolli che trattò il corpo di Don Orione, venuta in Curia il 9 febbraio 2000. ‘Quando lo rivestivamo – mi raccontò la dottoressa Venturini, anatomopatologa – i sacerdoti ci diedero un paio di scarpe nuove per i suoi piedi. Gliele mettemmo ma, stranamente, al mattino le trovammo sfilate. Riprovammo la sera seguente e, al mattino, le vedemmo di nuovo uscite dai piedi. Don Ignazio Terzi, con una motivazione che a noi parve un po’ devota, ci disse che forse Don Orione non voleva scarpe nuove, ma scarpe usate, da povero. Gli mettemmo un vecchio paio di scarpe. Gli calzarono bene’. Sono quelle che ancora rimangono ai piedi di Don Orione”. Povero anche nella morte, come Francesco.

In alto: Papa Francesco ha scelto di farsi seppellire con le sue normali scarpe consumate dall’uso (nella foto a sinistra), come Don Orione (qui sopra) – foto da Facebook

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