TORONTO – Stallo dei lavori parlamentari, con una porta spalancata verso la crisi. Continua il braccio di ferro a Ottawa tra i liberali e le opposizioni, con la normale funzionalità della House of Commons messa in pericolo dallo scontro tra i partiti sulla spigolosa vicenda che ruota attorno alla Sustainable Development Technology Canada (SDTC). L’agenzia governativa, ora defunta, si occupava dell’assegnazione di appalti e commesse per progetti di tecnologia sostenibile e sviluppo delle fonti di energia a basso impatto ambientale da un miliardo di dollari. Dopo una lunga serie di vicende controverse, rilevate dall’Auditor General federale, la SDTC è stata accantonata e, su richiesta delle opposizioni, sette anni di documentazioni sulle sue attività devono essere pubblicate dal governo, che si oppone.
Secondo i conservatori, si tratta dell’ennesimo esempio della scarsa trasparenza dell’esecutivo guidato da Justin Trudeau, che invece respinge le accuse e le rimanda al mittente. Sulla questione il 26 settembre è intervenuto lo Spekaer della Camera dei Comuni Greg Fergus che ha stabilito che il governo liberale sembrava aver violato il privilegio parlamentare dei parlamentari quando si è rifiutato di rispettare pienamente l’ordine del 10 giugno di fornire tutti i documenti non censurati. Da allora, le normali attività della Camera dei Comuni si sono fermate bruscamente.
Ora, quasi tutte le attività regolari della Camera dei Comuni sono sospese mentre i parlamentari discutono su come affrontare il muro di gomma eretto dal governo.
Il 10 giugno, i partiti di opposizione si erano riuniti a sostegno di una mozione presentata dai conservatori che chiedeva al governo di fornire tutti i documenti relativi al Sustainable Development Technology Canada.
SDTC, ribattezzato in modo peggiorativo “fondo nero verde” dai conservatori, è un fondo per le tecnologie pulite da 1 miliardo di dollari che è stato chiuso dopo una serie di controversie. La mozione chiedeva che i registri SDTC fossero inviati all’impiegato legale dei Comuni Michel Bédard, che li avrebbe inoltrati all’RCMP. Per essere chiari, è molto insolito, se non senza precedenti, che il Parlamento ordini che i documenti vengano consegnati immediatamente a terzi.
Durante l’estate, i dipartimenti e le agenzie governative hanno iniziato a fornire i documenti richiesti. O almeno, alcuni di loro , oltre una dozzina di dipartimenti e agenzie governative hanno fornito documenti redatti o semplicemente si sono rifiutati di rispettare l’ordine e hanno trattenuto alcuni o tutti i loro registri. Tra questi c’era il revisore generale Karen Hogan, che ha scritto due volte alla Camera dei Comuni sostenendo che non poteva conformarsi perché avrebbe potuto compromettere l’indipendenza del suo ufficio.
Ora, per uscire dall’impasse, è spuntata l’ipotesi dell’utilizzo della cosiddetta “prorogation”, lo strumento in mano al governo che porterebbe all’azzeramento di questa sessione della legislatura, con lo stop ai progetti di legge e alle mozioni. Se Trudeau dovesse farvi ricorso, il governo uscirebbe dall’angolo anche su un fronte, quello del possibile voto anticipato vista la mancanza del sostegno dell’Ndp, che negli ultimi due anni ha garantito la sopravvivenza dell’esecutivo alla Camera. Per ora, comunque, l’entourage del primo ministro smentisce categoricamente questa ipotesi. Il vice primo ministro Chrystia Freeland ha ribadito che il governo non intende prorogare la Camera, anche se le voci in questo senso si stanno moltiplicando.
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