Ontario

Ford avverte il Cupe:
“Non forzatemi la mano”

TORONTO – Il messaggio inviato dal premier dell’Ontario Doug Ford al personale non docente iscritto al Cupe è inequivocabile. “Per favore non scioperate, non forzatemi la mano” ha detto ieri durante una conferenza stampa ad Hamilton.

Intanto, con le trattative in stallo, si fa sempre più reale la possibilità di uno sciopero di educatori della prima infanzia, tutori e personale amministrativo nelle scuole della provincia. Categoria, questa, rappresentata dal Cupe che lunedì scorso ha annunciato di aver votato quasi all’unanimità – ben il 96,5% – a favore di una eventuale astensione dal lavoro. “Credo profondamente nei negoziati, ma non fatelo, non scioperate”, ha ribadito con fermezza Ford.

Il Cupe, così come gli altri sindacati della scuola, sono avvertiti, il governo fa sul serio. “Non arretrerò di un millimetro, non cambierò idea, sono deciso a non permettere interruzioni delle lezioni nelle scuole”, ha aggiunto il premier dell’Ontario lasciando intendere di essere pronto, se necessario, a precettare i lavoratori della scuola.

Nel frattempo i quattro maggiori sindacati degli insegnanti, dopo la scadenza dei contratti il ​​31 agosto, continuano a negoziare e finora non hanno votato a favore di uno sciopero.

Il Cupe, oggi incontrerà i rappresentanti del governo per tentare di giungere a un accordo e in caso contrario, per determinare i prossimi passi da intraprendere.

Laura Walton, presidente dell’Ontario School Boards Council of Unions (Osbcu) del Cupe, continua a ribadire al pari di un disco rotto che le proposte del sindacato sono ragionevoli e necessarie e che Ford ha il potere di accettarle. “Se lo fa, i lavoratori dell’istruzione meno pagati, che sono retribuiti in media solo $ 39.000 all’anno non dovranno scioperare per sbarcare il lunario e per difendere dai tagli di Ford i servizi per gli studenti”, ha affermato Walton.

Il governo ha offerto aumenti del 2% all’anno per i lavoratori che guadagnano meno di $ 40.000 e dell’1,25% per tutti gli altri mentre il Cupe chiede aumenti annuali dell’11,7%.

Tra la richiesta e l’offerta c’è, come si usa dire, il mare. Il Cupe, in sostanza, non retrocede sugli aumenti in busta paga così come il governo che non è intenzionato a cambiare la sua offerta.

“Penso che siamo equilibrati – ha detto Ford – non ho intenzione di entrare nel merito delle trattative ma abbiamo messo sul tavolo l’8% in quattro anni. Penso che sia giusto. Negozieremo in modo equo, tratteremo tutti in modo giusto e daremo ai bambini l’opportunità di rimanere a scuola senza alcuna pausa”.

Quel che è certo a questo punto è che le prossime settimane saranno caratterizzate da grande incertezza.

Ancora una volta torna in scena il braccio di ferro tra governo e sindacati della scuola.

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