Ontario

Contagi e morti nelle case di cura, alla St. George il focolaio più grande

TORONTO – Il Covid-19 galoppa. Le case di cura a lunga degenza sono in difficoltà di fronte alla velocità e all’aggressività di un virus che semina contagi e morti a iosa.

È critica la situazione anche alla St. George Care Community, una struttura di assistenza a lunga degenza nel quartiere Annex di Toronto, dove 150 residenti e 78 membri del personale sono risultati positivi al nuovo coronavirus. Questo è il più grande focolaio attivo nella provincia: i contagi al momento sono 84 tra gli anziani e 51 tra il personale mentre almeno sei residenti sono morti.

Ieri, la ministra del Long Term Care Merrilee Fullerton ha approvato un nuovo contratto di gestione volontaria che consente alla University Health Network (UHN) di fornire un maggiore supporto alla St. George Care Community. «Il nostro governo sta facendo tutto il possibile per proteggere i più vulnerabili, i nostri residenti dell’assistenza a lungo termine – ha affermato la Fullerton – il personale della University Health Network e la St. George Care Community lavoreranno insieme per fermare l’epidemia di Covid-19».

Intanto Sienna Living, società con sede a Markham, che possiede e gestisce la casa di cura, ha anche detto che “12 residenti saranno trasferiti temporaneamente in un centro di assistenza specializzato che la provincia ha creato per aiutare le case di cura a lunga degenza che si trovano ad affrontare una situazione difficile”. “Nel frattempo, i residenti che sono risultati negativi o sono asintomatici sono stati vaccinati”, ha concluso Sienna Living.

Secondo l’ultimo riepilogo epidemiologico dell’Ontario, nelle case di cura sono attualmente in corso 219 focolai, vale a dire 12 in più delle ventiquattrore precedenti mentre un aumento di contagi è stato registrato sia tra i residenti che da 1140 salgono a 1160, che tra lo sta. che da 1.130 vanno a 1.140. In aumento anche i decessi che da 2.781 lievitano a 2.795: altri 14 anziani hanno perso la vita a causa del Covid in queste strutture. Tra di loro due risiedevano al Tendercare Living Centre di Scarborough.

In questa casa di cura, dal 9 dicembre l’epidemia, ha causato la morte di 62 anziani mentre sono ancora positivi al virus 64 residenti e 34 membri del personale. Una situazione preoccupante, che ha portato i familiari dei residenti a organizzare manifestazioni di protesta davanti alla struttura nella speranza che vengano prese le misure necessarie per impedire la strage silenziosadi anziani.

Domenica l’mpp di Scarborough-Southwest Doly Begum e Vivian Stamatopoulos, professore di scienze sociali presso la Ontario Tech University impegnata nella difesa dei diritti degli anziani nelle case di cura, hanno organizzato un meeting virtuale con i familiari dei residenti che hanno colto l’occasione per condividere le loro storie dolorose.

Molti con le lacrime agli occhi hanno ripercorso il calvario dei loro cari ed hanno chiesto risposte a Extendicare che gestisce la casa di cura. “Non so come possano dormire sonni tranquilli, qualcuno si deve prendere la responsabilità di quello che sta succedendo”, ha detto con la voce rotta dal pianto Reed Zhao che ha perso la nonna domenica.

Storie diverse, quelle raccontate dai familiari ma storie accomunate dalla certezza che Extendicare non ha certo brillato per trasparenza e per la comunicazione con i familiari dei residenti costantemente sulle spine per ricevere informazioni sullo stato di salute dei propri cari. Non gode delle simpatie di chi continua a temere la morte degli anziani che vivono in queste strutture, la ministra del Long Term Care Merrilee Fullerton che non ha neppure accettato l’invito di Begum a partecipare all’incontro virtuale. Tramite la sua portavoce Krystie Caputo, la Fullerton ha detto che “il personale di Tendercare è ora al di sopra dei livelli normali” e che è “fiduciosa che il North York General Hospital possa stabilizzare la situazione nella casa di cura”.

Al termine dell’incontro, Begum e Stamatapoulos hanno inviato una lettera aperta a Fullerton, condividendo le esperienze delle famiglie ed esortando la ministra a utilizzare 12 miliardi di dollari di finanziamenti per le case di cura a lungo termine duramente colpite dalla pandemia. “Se non è in grado di adempiere al suo dovere di intraprendere tutte le azioni necessarie per proteggere i residenti delle LTCH, faccia la cosa giusta e si dimetta da questo incarico. I residenti e il personale di queste case di cura meritano di meglio”, hanno scritto.

Nella foto in alto, la casa di cura St. George Care Community

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