TORONTO – È già partito il conto alla rovescia verso il voto anticipato. Ma non quello preannunciato più volte a livello federale – dove il traballante governo liberale, seppur tra mille scossoni, è destinato a rimanere in sella fino alla fine della legislatura – ma quello provinciale. In Ontario i partiti hanno accelerato sul fronte delle nomination dei propri candidati nelle 124 circoscrizioni elettorali della provincia, così come i toni del dibattito politico stanno lentamente scivolando nella pura propaganda elettorale, con davvero poco di concreto.
Ma perché l’Ontario dovrebbe tornare alle urne prima del 4 giungo del 2026, data in cui è già fissata la prossima tornata elettorale? Prima di tutto bisogna sottolineare la diversa situazione in cui si trovano i due livelli di governo in questa fase politica. A Ottawa l’esecutivo guidato dal primo ministro Justin Trudeau non gode di una maggioranza assoluta alla House of Commons e quindi si trova nella non invidiabile posizione di dipendere dagli umori degli altri partiti. Fino a questo momento il governo grit è sopravvissuto grazie al patto di legislatura siglato da Trudeau e dal leader dell’Ndp Jagmeet Singh nella primavera del 2022, accordo poi stracciato dai neodemocratici a inizio settembre. Ora il primo ministro, per sopravvivere, è costretto a trovarsi una maggioranza diversa alla Camera per ogni singolo provvedimento che implichi la fiducia al governo.
Diametralmente opposta la situazione a Queen’s Park, dove il premier Doug Ford può contare su una solida maggioranza assoluta con 83 deputati – ne basterebbero 63 – che gli garantisce la piena attuazione della sua agenda di governo. Ma il leader del Progressive Conservative e il suo entourage stanno ovviamente cercando di capire se sia più conveniente arrivare alla fine della legislatura oppure se forzare la mano e andare al voto anticipato, in tarda primavera, un anno prima delle elezioni già fissate. Le ragioni che propendono per questa ipotesi sono davvero tante.
Innanzitutto, Ford ha bisogno di andare al voto con Justin Trudeau ancora alla guida del Paese: il premier vuole fare leva sul malcontento strisciante dell’elettorato verso il primo ministro, associando quest’ultimo alla nuova leader del Partito Liberale Bonnie Crombie. Un giochino questo che non potrebbe utilizzare con Pierre Poilievre primo ministro. Poi, i sondaggi che escono con frequenza in queste settimane mettono in luce uno scenario elettorale perfetto per le mire di vittoria di Ford.
Stando a quanto rivela 338canada.com – un portale che aggrega e fa la media di tutte le indagini demoscopiche a livello federale e a livello provinciale – mette in luce come i conservatori in Ontario si trovino in netto vantaggi, con la proiezione dei seggi che favorisce il Progressive Conservative ancora di più rispetto ai reali rapporti di forza a livello proporzionale. Se si votasse in questo momento, infatti, il partito di Ford si attesterebbe al 47 per cento, seguito dai liberali della Crombie al 27 per cento e dall’Ndp di Marit Stiles al 17 per cento.
Questi numeri, nei singoli distretti elettorali, si tradurrebbero in 94 deputati provinciali conservatori, 23 liberali e solamente 4 mpp neodemocratici. Insomma, una valanga blu che spezzerebbe gli attuali equilibri, che depotenzierebbe le mire di vittoria della Crombie e che ridurrebbe al limite della pura sopravvivenza politica l’attuale partito d’opposizione a Queen’s Park, l’Ndp.