TORONTO – “Quaranta ore di attesa al pronto soccorso del Cortellucci Vaughan Hospital è qualcosa di ridicolo e inaccettabile”, ha detto la mamma di una bambina di 4 anni che ha contratto la polmonite e il virus respiratorio sinciziale (RSV). E proprio le lunghe attese ai pronto soccorso degli ospedali – pediatrici in prima linea – sono state fatte presenti a Queen’s Park al ministro della Sanità dell’Ontario Sylvia Jones dal leader ad interim dell’NDP Peter Tabuns. “Quanti altri bambini dovranno aspettare lunghe ore per le cure prima che questo governo agisca per alleviare il peso sugli ospedali e garantire che i nostri bambini ricevano le cure di cui hanno bisogno”, ha chiesto Tabuns. “È ovviamente profondamente inquietante per tutti noi ascoltare storie di genitori che devono aspettare con i loro figli quando vengono ricoverati, mentre attendono che un posto letto sia disponibile negli ospedali – ha risposto la Jones durante il Question Period – ma penso anche che sia importante per noi capire che questi non sono problemi nuovi”.
Che la situazione negli ospedali sia grave è innegabile ma la Jones difende dagli attacchi il governo e rimanda le responsabilità per un sistema sanitario fatiscente ai liberali. “Quando è stato eletto nel 2018 il governo Progressive Conservative aveva un disperato bisogno di investimenti nella sanità – ha detto senza scomporsi – continueremo a fare ciò che è giusto e ciò che è necessario”.
Intanto da alcune settimane gli ospedali della provincia sono sopraffatti da una marea di pazienti – soprattutto bambini – che hanno contratto l’influenza e il virus respiratorio sinciziale. Non mancano neppure le infezioni di Covid-19. Proprio per far fronte a una situazione di grande emergenza, all’inizio di questo mese, il Children’s Hospital of Eastern Ontario (CHEO) di Ottawa è stato costretto ad aprire una seconda unità di terapia intensiva pediatrica mentre l’Hospital for Sick Children di Toronto ha annunciato che avrebbe limitato gli interventi chirurgici nel tentativo di dare la precedenza alle cure critiche.
E misure estreme di fronte all’aumento dei pazienti e alla tripla minaccia di virus respiratori che colpiscono i bimbi vengono adottate anche dal Children’s Hospital del London Health Sciences Centre (LHSC) che ha dichiarato di aver iniziato a ridurre gli interventi chirurgici tra il 50 e il 70%, eseguendo solo quelli più necessari. “Non avevamo scelta”, ha detto il dottor Ram Singh dell’unità di terapia intensiva pediatrica del Children’s Hospital.
L’ospedale, che è la più grande struttura pediatrica della regione ha affermato che l’occupazione dei letti di degenza è del 115%, più alta che in qualsiasi momento durante la pandemia. Le visite al pronto soccorso sono aumentate dell’80% e i tempi di attesa sono tra le sei e le otto ore.
Non c’è ospedale pediatrico della provincia che non debba affrontare difficoltà e stress come mai prima d’ora. Tanto che l’Ontario ha chiesto a migliaia di operatori sanitari familiari di lavorare la sera e nei fine settimana per contribuire ad alleviare il carico sugli ospedali pediatrici sopraffatti. In una nota del governo ottenuta dalla Canadian Press, il Ministero della Salute chiede alle cliniche familiari di offrire orari prolungati fino a nuovo avviso.
La portavoce del ministro della salute ritiene che orari continuati presso le cliniche familiari contribuiranno a evitare visite non necessarie agli ospedali e che i fornitori di cure primarie saranno risarciti tramite l’OHIP. Ma l’Association of Family Health Teams of Ontario afferma che molte cliniche in tutta la provincia stanno già offrendo orari prolungati per aiutare a far fronte all’ondata di pazienti con malattie respiratorie.
Gli ospedali pediatrici stanno affrontando una situazione senza precedenti che non sembra destinata a migliorare nei prossimi mesi.