Canada

Numero ricoveri elevato,
la guardia resta alta

TORONTO – Le ultime proiezioni dell’Ontario Science Table – le prime del 2022 – suggeriscono che in seguito alla revoca di alcune restrizioni di questa settimana il picco delle ospedalizzazioni possa prolungarsi.

Le previsioni su cosa accadrà nel prossimo futuro utilizzano tre diversi scenari basati su diversi livelli di immunità acquisita attraverso l’infezione per tracciare il percorso da seguire.

Gli scienziati affermano che in uno scenario di immunità comunitaria piuttosto bassa in cui solo due milioni di residenti sono stati recentemente infettati da Covid-19, è probabile che il numero di persone ricoverate in ospedale con il virus comincerà ad aumentare a metà febbraio e alla fine si avvicinerà 6.000 a marzo, superando il numero di posti letto disponibili.

In uno scenario di immunità comunitaria moderata in cui ci sono circa 2,5 milioni di abitanti dell’Ontario con una recente infezione da Covid-19, i ricoveri aumenteranno ancora, ma a un ritmo più graduale. Gli scienziati sostengono che in questo scenario il numero di persone ricoverate in ospedale con il virus continuerebbe a oscillare intorno alle 3.000 fino a metà febbraio per poi salire a circa 4.500 a marzo.

L’Ontario Science Table afferma che solo in base “all’ipotesi più favorevole”, man mano che le restrizioni vengono revocate, i ricoveri continuerebbero effettivamente a diminuire nelle settimane e nei mesi a venire. Tale scenario, che vedrebbe il numero di persone ricoverate in ospedale diminuire a circa 2.000, si basa su un’ipotesi di “immunità comunitaria elevata” in cui circa tre milioni di persone hanno contratto recentemente un’infezione che dà loro una maggiore immunità.

Il comitato tecnico scientifico prevede inoltre che il numero di persone in terapia intensiva con Covid-19 entro marzo varierà da circa 400, nel migliore dei casi, a circa 900 nella peggiore delle ipotesi. Vanno presi in considerazione però i dati che suggeriscono che i ricoveri in terapia intensiva causati da Omicron sono inferiori.

Durante la presentazione delle nuove proiezioni, il dottor Peter Jüni, che è a capo del comitato, ha affermato che la sorveglianza delle acque reflue condotta in tutte le 34 unità di salute pubblica indica che l’11 gennaio è avvenuto il picco nella trasmissione nella comunità con un “intervallo plausibile” di infezioni negli ultimi 60 giorni da 1,5 milioni a quattro milioni.

Secondo Juni è probabile che in questo momento a comparire nelle statistiche è circa un’infezione su 10 per cui il vero numero di casi giornalieri “supera ancora i 30.000”. “Nelle prossime settimane capiremo verso quale direzione stiamo andando. Potremmo trovarci di fronte uno scenario che è potenzialmente il migliore per fare il passo successivo riguardo le riaperture o uno scenario in cui a metà marzo o alla fine di marzo raggiungiamo un picco più alto per quel che concerne le ospedalizzazioni o i ricoveri in terapia intensiva – ha affermato Juni – vogliamo evitare che quest’ultima ipotesi diventi realtà. Dobbiamo fare attenzione altrimenti potremmo vedere di nuovo troppe persone nei nostri ospedali”.

Gli scienziati affermano che l’allentamento delle misure di salute pubblica comporterà una “maggiore diffusione di Covid-19 in percentuali che dipenderanno da vaccinazioni, diffusione di Omicron e cambiamenti nel comportamento”.

Dallo scorso dicembre la diffusione della variante Omicron ha determinato una crescita esponenziale di casi e ricoveri ma ci sono segnali che il peggio sia passato. Di certo non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia.

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