TORONTO – Senza giri di parole e senza alcun tentennamento il premier dell’Ontario Doug Ford è intervenuto a spada tratta nel dibattito in corso sull’uso dei pronomi preferiti dagli studenti a scuola. “Non spetta agli insegnanti. Non spetta ai consigli scolastici indottrinare i nostri ragazzi – ha detto venerdì il premier durante il suo discorso al Ford Fest di Kitchener – è responsabilità dei genitori sapere cosa fanno i ragazzi e non dei provveditorati scolastici”.
Una staffilata in piena regola, questa del premier della provincia, che ha rincarato la dose dicendo di non riuscire “nemmeno a capire cosa facciano i consigli scolastici al giorno d’oggi”.
Le osservazioni del premier hanno fatto eco a ciò che il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce ha detto la settimana scorsa sulla questione dei ragazzi che scelgono di usare un pronome diverso a scuola. “Penso che ci rendiamo conto, tuttavia, che i genitori devono essere pienamente coinvolti e pienamente consapevoli di ciò che sta accadendo nella vita dei loro figli – ha detto Lecce – voglio dire, spesso ci sono implicazioni per la salute, e penso che dobbiamo rispettare i diritti dei genitori e riconoscere che queste possono essere decisioni che cambiano la vita. Credo che i genitori vogliano essere coinvolti in modo che possano sostenere i loro figli”.
È una discussione che si infuoca ogni giorno di più, questa sull’identità di genere nelle scuole. A scatenarla è stata la recente decisione del Saskatchewan di adottare una nuova policy unendosi al New Brunswick nel legiferare sul consenso dei genitori per gli studenti di età inferiore ai 16 anni che vogliono cambiare i loro nomi e/o pronomi a scuola.
Né Lecce, né Ford hanno detto se il governo dell’Ontario farà lo stesso, quel che hanno voluto chiarire al momento è che “questa è la posizione della provincia sulla questione”.
Sono osservazioni all’unisono queste di Lecce, prima, e di Ford tre giorni fa. Osservazioni che hanno attirato valanghe di critiche da parte dei sostenitori 2SLGBTQ+ e dei gruppi educativi. Kathleen Wynne, la prima premier lesbica dell’Ontario, ha dichiarato la settimana scorsa che una policy simile in Ontario potrebbe mettere a rischio i bambini. Anche Unifor ha rilasciato un comunicato, dicendosi ’inorridito’ da queste dichiarazioni. “Per gli studenti queer e trans, esplorare la propria identità in contesti sociali è già abbastanza difficile senza che i loro insegnanti siano costretti a rivelarli ai genitori per la semplice richiesta di usare un nome o un pronome diverso in classe – ha detto la presidente Nazionale Lana Payne – trascinando le scuole dell’Ontario in questa guerra culturale, il ministro Lecce sta dimostrando che i conservatori dell’Ontario sono proprio come tutti gli altri conservatori, pronti a gettare i ragazzi trans sotto l’autobus per distrarre dalle policy che hanno decimato i servizi pubblici, compresa l’istruzione”.