ROMA – Le “Cose” di Borges sono specchi che riflettono “un’aurora illusoria”, sono viole “rimaste ad essiccare tra le pagine di un vecchio libro”, rimangono dopo di noi, a ricordarci questo tempo mortale, mentre la poetessa milanese Antonia Pozzi “gettava nelle cose tutta la sua anima cercando nella sabbia il sole e il pianto dei mondi”. Lo ha detto il professor Silvio Raffo, scrittore e docente Italiano (spiegando, inoltre, l’etimologia di parole chiavi per la corretta interpretazione del volume e dell’intero fenomeno migratorio), durante la presentazione di “Narrarsi Altrove”, tenutasi lunedi scorso alla Sala Isma di Santa Maria in Acquiro, presso il Senato della Repubblica Italiana a Roma: un evento organizzato dalla Senatrice Francesca La Marca che ha invitato la scrittrice Villapiana ed i suoi relatori a confrontarsi con il pubblico su queste tematiche importanti.
Anna Ciardullo Villapiana nel suo libro – che raccoglie le storie uscite in anteprima, nell’arco di circa un anno, sul Corriere Canadese – ci parla di radio che trasmettono programmi in lingue straniere, di scarponi che attraversano l’oceano, coprendosi di neve e schegge di metallo, di pugnali emersi dalla ruggine, del vento di identità che soffia sui colori di un’altra bandiera. Ci parla di oggetti mobili, eredi della diaspora italiana, che continuano a muoversi nello spazio e nel tempo, partono, ritornano, si frantumano, come orci traboccanti di ricordi, che le nuove generazioni raccolgono e bevono per estinguere la sete del desiderio, per superare il vuoto delle proprie radici.
La Senatrice La Marca (nella foto in alto, con gli altri partecipanti), ha aperto la serata, facendo riferimento alla storia migratoria della propria famiglia. Ha posto enfasi sull’importanza del ricordo, della memoria storica, sociale e individuale. “La bellezza del volume” ha detto, “è anche l’impostazione dei racconti – l’amarezza della prosa che sfocia nella dolcezza della poesia”. Il ruolo dello scrittore, dunque, è quello di trasmetterne il valore alle nuove generazioni attraverso il racconto.
La professoressa Margherita Ganeri, dell’Università della Calabria, ha fatto notare come il “Narrarsi Altrove” è un tema che interessa anche chi non ha esperito l’emigrazione. La diaspora, infatti, riguarda anche chi non si è mai mosso dal proprio luogo di origine, e ritiene interessante il volume per la sua originalità, per la lettura a più livelli e per il suo taglio intergenerazionale.
Il professore emerito dell’Università di Waterloo, Gabriel Niccoli, invece, collegato da remoto, ha posto, nel suo intervento, particolare attenzione alla critica sull’oggetto. Senza mai perdere di vista concetti chiave ampiamente utilizzati degli antropologi sul tema emigrazione, quali “restanza”, “erranza”, “doppi”, “ombre”, “nostalgia”, “sehnsucht”, il professore parla dell’oggetto diasporico come di un “narratore accattivante”, di un bene materiale che si colloca “all’interno del trittico diaspora, memoria e identità”.
Agli interventi dei relatori, moderati dalla dottoressa Giulia Melchiorri, si sono alternate letture di poesie in italiano, tratte da “Narrarsi Altrove”, interpretate dall’attore campano Giuseppe Dipasquale, e in inglese, interpretate dalla docente italo-canadese Stella Paola. L’autrice infine ha introdotto lo studio poetico come un tentativo, ben visibile sin dall’immagine di copertina, opera dell’artista Roberto Panico, di prendere gli oggetti, muti testimoni della diaspora italiana, coprirli con un velo di poesia e trasformarli in qualcosa di diverso.
L’autrice inoltre ha raccontato le fasi della produzione del lavoro, durate tre anni, dalle interviste online, alla stesura delle poesie, all’incontro con l’Onorevole Joe Volpe ed alla pubblicazione settimanale delle pagine dello studio poetico sul suo quotidiano – il Corriere Canadese – che ha avuto, come conseguenza, l’aggiunta di una narrazione in prosa con note biografiche degli intervistati, miti e leggende del loro luogo d’origine, riferimenti letterari e antropologici. Anna Ciardullo Villapiana ha parlato inoltre del suo book tour in diverse città italiane e canadesi, quali Caserta, Urbino, Cosenza, Forlì, Toronto, Kelowna, Vancouver e, infine a Roma, nella prestigiosa sede del Senato della Repubblica Italiana, grembo dove gli oggetti diasporici hanno, metaforicamente, fatto ritorno.
Il giorno dopo l’evento, la scrittrice Villapiana ha incontrato l’onorevole Christian Di Sanzo, deputato eletto all’estero, che le ha fatto visitare le sale di Montecitorio (nella foto sotto, insieme).