TORONTO – Cresce il malcontento nel Partito liberale contro Justin Trudeau. Ma questa volta, a differenza del passato recente, il malessere strisciante verso la leadership si sarebbe tradotta con la firma di un documento nel quale un nutrito drappello di deputati liberali chiede al primo ministro di farsi da parte, rassegnare le dimissioni e permettere al partito di dotarsi di una nuova leadership in vista delle elezioni federali del prossimo anno.
Di ufficiale, comunque e a scanso di equivoci, non c’è nulla. Alcuni deputati grit, in forma anonima, avrebbero parlato alla Canadian Press e alla Cbc confermando l’esistenza di questo documento, fatto girare in alcuni incontri a porte chiuse, dove una ventina di mp avrebbero messo la loro firma alla richiesta di dimissioni, mentre un numero simile di deputati avrebbe a voce manifestato il proprio assenso. In passato alcune sparute voci di dissenso interno erano state zittite, mentre questa volta la ferita sembra più profonda, a causa anche dell’ultima batosta alle suppletive di LaSalle-Émard-Verdun, feudo liberale caduto nelle mani del Bloc Quebecois a metà settembre.
Il primo ministro, dal canto suo, noncurante degli scossoni interni e dei sondaggi che danno i liberali in caduta libera, sembra intenzionato ad andare avanti per la sua strada. È di ieri la nomina di Andrew Bevan alla direzione della campagna nazionale per le elezioni del prossimo anno. Bevan, funzionario di partito di lungo corso, ha alle spalle numerose esperienze sia a livello federale – fu il capo dello staff dell’ex leader liberale Stephane Dion – si a livello provinciale, essendo stato chief of staff dell’ex premier dell’Ontario Kathleen Wynne. Entrambe queste esperienze, a dire il vero, si conclusero con un fallimento: con Dion ci fu il naufragio del tentativo di defenestrare l’allora primo ministro Stephen Harper con la firma dell’accordo tra liberali, Ndp e Bloc Quebecosi, con la Wynne nel 2018 ci fu la disastrosa conclusione dell’esperienza di governo dei liberali e l’inizio dell’era Doug Ford.
“Andrew Bevan è stato un leader nel portare avanti le priorità progressiste per più di 30 anni”, ha detto Trudeau in un rilascio stampa.
Bevan invece ha dichiarato che il suo lavoro si concentrerà sul collegamento dei canadesi con il Partito Liberale e sul focus del lavoro del governo.
“Basandoci sul lavoro del Partito Liberale per connettersi con più canadesi che mai . ha sottolineato il nuovo direttore della campagna nazionale – costruiremo una campagna vincente che rieleggerà Justin Trudeau e ancora più parlamentari liberali, in modo da poter far andare avanti il Canada”.
Nel frattempo, continuano ad essere pubblicati sondaggi che delineano uno scenario sconfortante per il primo ministro. Stando ad Abacus, se si votasse in questo momento il Partito Liberale non andrebbe oltre il 22 per cento, ben 21 punti percentuali di distanza dal Partito Conservatore, che continua a viaggiare attorno al 43 per cento. L’Ndp, invece, non capitalizza sulla difficoltà di Trudeau e rimane fermo al 19 per cento.
Sul governo, infine, pesa come un macigno la richiesta del Bloc Quebecois di appoggiare un progetto di legge di riforma delle pensioni, con tanto di ultimatum al 29 ottobre: superata quella data, potrebbe arrivare la mozione di sfiducia per il primo ministro.