Ontario

Maxi causa di quattro provveditorati contro i social

TORONTO – Il premier Doug Ford non le manda a dire e bolla come “sciocchezze” le azioni legali avviate da quattro provveditorati scolastici dell’Ontario contro diverse piattaforme di social media. “Sciocchezze” – dice – che rischiano di diventare una distrazione dal lavoro che conta davvero.

Il Toronto District School Board, il Peel District School Board, il Toronto Catholic District School Board e l’Ottawa Carleton District School Board hanno avviato azioni legali chiedendo 4,5 miliardi di dollari di danni contro i proprietari di Snapchat, TikTok, Facebook e Instagram per aver creato prodotti che, secondo loro, interferiscono negligentemente con l’apprendimento degli studenti e che hanno causato “diffusi disagi al sistema dell”istruzione”.

Ford ha affermato di “non essere d’accordo” con l’azione legale e di temere che possa distogliere l’attenzione dai “valori fondamentali dell’istruzione”.

“Concentriamoci su matematica, lettura e scrittura. Questo è ciò che dobbiamo fare, investire tutte le risorse nei ragazzi – ha detto – quanto stanno spendendo per gli onorari degli avvocati per perseguire queste enormi aziende che hanno soldi infiniti, per combattere questo problema? Concentriamoci sui ragazzi, non su queste altre sciocchezze”.

Quattro denunce separate, ma simili, sono state presentate mercoledì alla Superior Court of Justice dell’Ontario dai provveditorati che sono rappresentati dallo studio legale Neinstein LLP con sede a Toronto che in un comunicato stampa, ieri, ha precisato che i consigli scolastici “non saranno responsabili per eventuali costi relativi alla causa a meno che non venga raggiunto un esito positivo”.

I provveditorati sostengono che le colossali piattaforme social Snapchat, TikTok, Facebook e Instagram hanno “consapevolmente e/o negligentemente interrotto e cambiato radicalmente il clima della scuola, dell’apprendimento e dell’insegnamento”, causando “danni sostanziali”. “Gli accusati hanno scelto di massimizzare i profitti a scapito del benessere degli studenti e senza la dovuta considerazione del danno prevedibile che hanno provocato”, si legge nella dichiarazione di intenti.

“Snapchat è stato intenzionalmente progettato per essere diverso dai social media tradizionali, con l’obiettivo di aiutare gli Snapchatter a comunicare con i loro amici più stretti – ha detto un portavoce di Snapchat in un’e-mail a CP24 – Snapchat si apre direttamente su una fotocamera – piuttosto che su un feed di contenuti – e non ha ‘Mi piace’ o commenti pubblici tradizionali. Anche se avremo sempre più lavoro da fare, siamo fiduciosi del ruolo che Snapchat gioca nell’aiutare gli amici più stretti a sentirsi connessi, felici e preparati ad affrontare le numerose sfide dell’adolescenza”.

Colleen Russell-Rawlins, direttrice all’istruzione presso il Toronto District School Board, ha affermato che l’impatto dei social media sui bambini “non può essere negato”, affermando che portano a “problemi pervasivi”, tra cui distrazione, ritiro sociale, cyberbullismo e problemi di salute mentale”.

“È fondamentale adottare misure per garantire il benessere dei nostri giovani. Chiediamo che siano attuate misure per mitigare questi danni e dare priorità alla salute mentale e al successo accademico della nostra generazione futura”, ha affermato Russell-Rawlins in una dichiarazione scritta.

Sono cause legali, queste, intentate contemporaneamente a centinaia di distretti scolastici negli Stati Uniti. “Un sistema dell’istruzione forte è il fondamento della nostra società e della nostra comunità. I social media e i cambiamenti nel comportamento, nel giudizio e nell’attenzione che causano, rappresentano una minaccia per quel sistema e per la popolazione studentesca servita dalle nostre scuole – ha affermato Duncan Embury, responsabile del contenzioso presso lo studio legale Neinstein LLP – siamo orgogliosi di sostenere le nostre scuole e i nostri studenti in questo procedimento con l’obiettivo di ritenere responsabili i giganti dei social media e avviare un cambiamento significativo”.

(Foto: Bastian Riccardi – Unsplash)

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