Canada

Mark Carney tra due fuochi: si prospetta un autunno caldo

TORONTO – Mentre i sondaggi certificano la fine della luna di miele tra i canadesi e Mark Carney, il primo ministro si prepara ad affrontare un autunno caldo. La guerra commerciale con gli Stati Uniti, infatti, non è l’unica preoccupazione per il governatore di Bank of Canada, alle prese con l’imprevedibilità dell’inquilino della Casa Bianca Donald Trump.

Certo, all’orizzonte la prima scadenza è rappresentata dal 21 luglio, deadline nella quale il suo governo e l’amministrazione americana si sono date per arrivare a un accordo sul fronte tariffe. Ma a preoccupare il primo ministro liberale sono anche altri problemi destinati ad emergere nei prossimi mesi.

Da un lato la politica di austerity inaugurata da Carney con i tagli lacrime e sangue a tutti i ministeri ha già suscitato la reazione del sindacati del settore pubblico, che hanno già lanciato l’allarme tagli. Dall’altro il piano di investimenti del governo, che dovrà stabilire cinque grandi progetti di carattere nazionale sulla base delle liste consegnate allo stesso Carney dai premier delle Province, potrebbe scatenare ancora una volta il secco no delle popolazioni aborigene.

Come abbiamo già visto, in piccolo, in seguito all’approvazione del Bill-5 nei giorni scorsi, le First Nations sono pronte a scendere sul piede di guerra, con potenziali blocchi organizzati alle principali arterie autostradali e ferroviarie del Paese. E a quel punto Carney si troverà davvero davanti a un bivio: assecondare le richieste dei nativi, come ha fatto per dieci anni il suo predecessore Justin Trudeau, oppure voltare pagina con la stagione politica precedente e andare avanti per la sua strada, mettendo in preventivo un braccio di ferro che si preannuncia lungo e particolarmente logorante.

Ma come anticipato, l’altro grande allarme per il governo arriva da una potenziale contrapposizione con i sindacati del settore pubblico, pronti a fare muro contro la necessità di taglio della spesa pubblica. In una lettera inviata a tutti i ministri, il responsabile delle Finanze François-Philippe Champagne ha chiesto un taglio complessivo della spesa pari a 21,5 miliardi di dollari, tagli spalmati nell’arco dei prossimi tre anni fiscali. Il che, ovviamente, si può tradurre solamente in due modi: taglio dei servizi e taglio del personale, sulla falsariga di quanto fece il governo conservatore guidato dall’allora primo ministro Stephen Harper.

“Sono molto preoccupata per questo annuncio – ha detto a CTV News Sharon DeSousa, presidente della Public Service Alliance of Canada (PSAC) – Il primo ministro ha promesso tagli e sembra proprio che i lavoratori del servizio pubblico ne sopporteranno il peso”, “Dobbiamo lavorare insieme. Il governo deve lavorare con i suoi lavoratori e sindacati e non intorno a loro. Penso che ci sia un approccio migliore rispetto alle solite vecchie pigre misure di austerità”.

Il PSAC e altri sindacati hanno ricevuto un briefing dal governo federale che delinea la revisione della spesa indetta dal governo federale. DeSousa ha aggiunto che avrebbe voluto che il governo si fosse consultato con i lavoratori e i sindacati prima di annunciare le misure, dicendo che i lavoratori sanno dove si possono trovare lacune ed efficienze per ridurre i costi.

“Non c’è alcun obbligo di consultazione – questo l’ultimo monito – quindi ancora una volta, abbiamo i capi dipartimento che prendono decisioni e questo è ciò che mi preoccupa di più è che non si stanno consultando persone con competenze che stanno effettivamente facendo il lavoro”.

In alto, il primo ministro Mark Carney con i ministri David McGuinty e Anita Anand (foto: Carney – X)

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