Canada

La tassa per i no vax
continua a dividere,
Ottawa non interviene

TORONTO – La decisione del governo del Quebec di imporre una tassa per i no vax continua a far discutere. Per ora nessun’altra provincia sembra orientata a percorrere la stesso strada dell’esecutivo guidato da Francois Legault. Troppi i problemi di carattere giuridico – c’è chi ipotizza l’evidente anticostituzionalità del provvedimento – o di semplice tornaconto politico: si tratta di una misura fortemente divisiva e nessun altro premier ha deciso di rischiare.

Eppure, il dibattito sull’opportunità e sulla fattibilità del provvedimento va avanti. Ieri a parlarne è stato il ministro federale per gli Affari intergovernativi Dominic LeBlanc, che ha ribadito quella che è stata la linea del governo Trudeau sin dall’inizio: Ottawa – è questo il ragionamento del ministro – rispetterà le decisioni delle singole giurisdizioni provinciali e non interverrà; allo stesso tempo, però, l’esecutivo federale ha un’idea ben precisa sulla necessità di arrivare a un giro di vite per abbassare drasticamente la percentuale di non vaccinati in tutto il Canada.

“Noi – ha dichiarato LeBlanc – sosteniamo la necessità di utilizzare tutti i meccanismi e gli strumenti disponibili per incoraggiare i canadesi a vaccinarsi, a fare quindi la cosa giusta. Dove arriva la nostra giurisdizione, come nei comparti industriali regolati dal governo federale, nelle banche, nelle compagnie di telecomunicazione, nelle compagnie aeree, abbiamo imposto l’obbligo vaccinale”.

Allo stesso tempo però il ministro ha ribadito l’impegno di Ottawa a rispettare qualsiasi sia la decisione delle singole province sulla spinosa questione. “Le province – ha aggiunto Leblanc – dovranno decidere, si cureranno della loro giurisdizione e del modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione”.

Allo stesso tempo sembra tramontare definitivamente la possibilità che lo stesso governo federale decida di opporsi alla linea dettata da Legault sull’ipotesi di imporre una tassa sanitaria su tutti i maggiorenni che decidono di non vaccinarsi e che non sono in possesso di una valida esenzione medica.

“Non credo che il governo federale si metterà di traverso – ha dichiarato ieri l’ex premier del Quebec Jean Charest – Non accadrà”.

Secondo alcuni critici del provvedimento, Ottawa dovrebbe intervenire nel caso in cui emerga la non aderenza della nuova misura voluta da Legault ai principi del Canada Health Act, la legge quadro federale sulla sanità che deve essere rispettata da tutte le province, nonostante che la competenza sanitaria nel nostro Paese spetti alle singole province e non al governo federale.

“Ho ricoperto la posizione di premier – ha aggiunto Charest – e in alcune occasioni certi provvedimenti che abbiamo assunto poteva essere considerati al di fuori della Canada Health Act. Il governo federale non si muoverà su questo e la lascerà passare, perché si troverebbe di fronte a un dilemma: il governo federale vuole essere visto dalla parte dei no vax e intervenire sul sistema sanitario del Quebec?”.

Infine, anche il leader dell’opposizione Erin O’Toole è intervenuto nel dibattito, dichiarandosi totalmente contrario all’imposizione di una tassa sanitaria per i no vax.

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