Canada

Leadership liberale: attesa per il dibattito, è ancora polemica sull’esclusione di Ruby Dhalla

TORONTO – La corsa alla leadership liberale entra nel vivo. Oggi a Montreal è in programma il dibattito in francese tra i quattro candidati alla successione di Justin Trudeau al timone del Partito Liberale e alla guida del Paese. Più che altro quello di oggi è considerato un banco di prova per Mark Carney, il candidato da battere secondo tutti i sondaggi, che dovrà dimostrare la sua padronanza della lingua francese.

In queste settimane i rapporti di forza si sono consolidati in modo significativo: secondo l’ultimo sondaggio della Leger – che conferma quanto rilevato anche in precedenza – l’ex governatore di Bank of Canada in questo momento raccoglierebbe il 68 cento dei consensi, con un vantaggio abissale sugli altri contendenti. L’ex ministro delle Finanze Chrystia Freeland non andrebbe oltre il 14 per cento, l’ex capogruppo alla Camera Karina Gould si è stabilizzata al 3 per cento mentre l’ex parlamentare liberale Frank Baylis non raggiungerebbe nemmeno l’1 per cento.

Insomma, la fisionomia della corsa è ormai delineata. C’è un candidato nettamente in testa, che salvo terremoti politici dovrebbe vincere senza troppe difficoltà il 9 marzo, quando il partito annuncerà il successore di Trudeau. D’altro canto l’effetto Carney non si percepisce solamente nei sondaggi sulla leadership liberale, ma anche su quelli a più ampio raggio che registrano i rapporti di forza tra i partiti federali.

Ebbene, per oltre diciotto mesi il Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre ha goduto di un vantaggio a doppia cifra, stabilizzandosi nella seconda metà del 2024 al di sopra del 20 per cento. Ma la discesa in campo dell’ex governatore di Bank of Canada in seguito all’annunciato passo indietro di Trudeau ha cambiato profondamente questa dinamica. Secondo le ultime indagini demoscopiche, i conservatori hanno visto evaporare buona parte del vantaggio che avevano sui liberali: i numeri confermano che sono ancora in testa, ma allo stesso tempo il Partito Liberale è tornato in corsa con qualche chance di vittoria alle prossime elezioni.

Ma questo fine settimana è stato caratterizzato dalle polemiche provocate dalla decisione del Partito Liberale di escludere Ruby Dhalla dalla corsa alla leadership per presunte irregolarità finanziarie.

“Oggi – si legge in un comunicato ufficiale datato 21 febbraio di Azam Ishmael, direttore nazionale del Partito Liberale – il Comitato per il voto della leadership liberale ha preso all’unanimità la decisione di squalificare Ruby Dhalla dalla corsa alla leadership liberale del 2025. La decisione ha fatto seguito a un ampio processo e revisione, tra cui interviste, questionari e l’opportunità per Dhalla di rivolgersi direttamente ai comitati”.

“Dopo un’indagine approfondita, il Comitato per il Voto della Leadership e il Comitato per le Spese della Leadership, riuniti congiuntamente, hanno stabilito all’unanimità che il Dhalla ha commesso 10 violazioni delle Regole Nazionali di Leadership, delle Regole di Voto della Leadership e delle Regole di Spesa della Leadership. Le violazioni includono preoccupazioni su presunte violazioni del Canada Elections Act, alcune altre questioni finanziarie elettorali, la mancata divulgazione di fatti materiali e una rendicontazione finanziaria imprecisa”.

“Il Comitato per il Voto della Leadership ha stabilito che le violazioni erano estremamente gravi, ha accettato la raccomandazione del Chief Electoral Officer e ha squalificato il Dr. Dhalla ai sensi della sezione 8 (i) delle Regole di Leadership Nazionale”.

Dhalla, che ha saputo dell’esclusione dalla CBC senza aver ricevuto prima un avviso dal partito, si è detta totalmente estranea alle accuse, puntando il dito contro il partito che avrebbe deciso di “incoronare Carney”.

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