TORONTO – L’andamento della campagna di vaccinazione sarà decisiva per la svolta nella lotta al Covid- 19. Lo scetticismo iniziale dei canadesi verso i vaccini sviluppati in così poco tempo sta via via scemando, sostituito da un crescente ottimismo alimentato anche dalle notizie che ci arrivano dall’estero.
In Israele, il Paese che ha condotto la più aggressiva campagna di immunizzazione, la gente sta lentamente riconquistando piccole porzioni di normalità alle quali aveva dovuto rinunciare dall’inizio della pandemia: in molte aree del Paese ristoranti, caffè, scuole, eventi culturali, attrazioni turistiche, hanno ripreso a funzionare esattamente come nella fase pre pandemica.
In Israele quasi 5 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose, 3 milioni e 800mila anche il richiamo: oltre il 40% della popolazione è “protetta” dal Covid. E i risultati si vedono: il tasso di positività è crollato al 4,3% rispetto al 10% di gennaio.
In Inghilterra, dove oltre 20 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose del vaccino, c’è stato un crollo dei decessi – meno 41 per cento – e dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva.
Qui in Canada siamo ancora abbastanza indietro rispetto ad altri Paesi, ma allo stesso tempo sono state costruite le basi per nutrire un cauto ottimismo in vista dei prossimi mesi.
Questa settimana arriveranno nel nostro Paese altre 910mila dosi, 465mila da Moderna e 445mila dalla Pfizer. Le nuove forniture saranno distribuite alle Province e ai Territori, che potranno portare avanti autonomamente le singole campagne di immunizzazione.
Stando ai calcoli forniti dalla task force federale incaricata di gestire i vaccini, entro il 31 marzo il Canada riceverà circa 8 milioni di vaccini. Poi da aprile dovremmo assistere a un graduale aumento delle forniture, grazie anche all’arrivo delle prime dosi del Johnson and Johnson, il quarto vaccino approvato la scorsa settimana da Health Canada.
In Ontario la tabella di marcia rivista del governo prevede che entro fine giugno tutti i cittadini over 16 avranno ricevuto, se lo vorranno, almeno una dose di vaccino, che costituisce una prima e parziale barriera contro il Covid-19.
Di pari passo a questi sviluppi si assiste anche a un cambiamento della percezione dei canadesi verso i vaccini. Stando a un sondaggio pubblicato ieri dalla Angus Reid, sta progressivamente scomparendo lo scetticismo verso la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Il 66 per cento del campione dichiara di volere ricevere il vaccino non appena questo sarà disponibile, mentre il 16 per cento di dice favo- revole ma preferisce aspettare. Resta un 12 per cento degli intervistati che dichiara di non volersi vaccinare. A settembre, solo 39 per cento si dichiarava pronto a prendere il vaccino immediatamente.
Ma la campagna di vaccinazione ha inevitabilmente delle ripercussioni anche negli equilibri e nei rapporti di forza nei partiti. Stando a un altro sondaggio effettuato dalla Ipsos, nel caso in cui si dovesse votare ora i liberali si attesterebbero al 35 per cento, rispetto ai conservatori che non andrebbero oltre il 28 per cento: un mese fa, quando il governo aveva incontrato numerose difficoltà nelle forniture di vaccino da parte di Pfizer e Moderna, i liberali erano al 33 per cento e i conservatori al 30.
Insomma, la campagna di immunizzazione è destinata a diventare anche il termometro politico dei prossimi mesi, anche in vista di un possibile voto anticipato in primavera.
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