TORONTO – C’è poco da aggiungere sull’evento che il Consolato Generale di Toronto e il Centro Cultura hanno patrocinato al ROM, domenica sera, rispetto a quanto la nostra Mariella Policheni non aveva già raccontato nella sua intervista alla professoressa Olga Zorzi-Pugliese, uscita sul Corriere Canadese del 21 giugno 2024 (Il ROM porta la firma italiana: conferenza di Olga Pugliese sul mosaico del museo).
Più di trecento persone hanno affollato il teatro del ROM per ascoltare la “storia dietro la storia”: come umili lavoratori e artigiani italiani hanno contribuito al miglioramento culturale della fiorente città di Toronto (e della società canadese).
Si è trattato del riconoscimento più appropriato, in questo Mese del Patrimonio Italiano – così designato dalla Legge dell’Ontario – dei miglioramenti apportati alle realizzazioni architettoniche e artistiche impresse nell’esperienza canadese dagli emigranti italiani.
Il ministro dell’Ontario l’on. Paul Calandra, ospite speciale, è stato decisamente incisivo nel suo discorso di apertura sul significato dei mosaici nel soffitto a volta dell’ingresso del ROM. “Sarò per sempre grato che il Canada ci abbia aperto le sue porte”, ha detto, “anche se la sua società non è sempre stata accogliente”.
Ha continuato sottolineando che, sì, siamo stati ricompensati per il nostro duro lavoro, la nostra disponibilità a fare sacrifici e contributi, non importa quanto umili, ma opere come i mosaici che costituiscono una parte permanente dell’importanza culturale del museo lo dimostrano: siamo stati apprezzati, e dovremmo esserlo giustamente, per l’impatto storico-culturale sulla nostra comunità ospitante. Tali esempi esistono in numero considerevole in tutta Toronto, l’Ontario ed oltre.
Domenica abbiamo celebrato solo uno di questi esempi. I visitatori provenienti dagli Stati Uniti si sono uniti tra la folla a diversi discendenti dei maestri artigiani per accettare i riferimenti e i “riconoscimenti” che, secondo la professoressa Zorzi-Pugliese, avrebbero dovuto andare ai creatori originali deceduti da tempo. La sua squisita presentazione era una narrazione raccontata troppo raramente, per nostra sfortuna collettiva.
E’ un’osservazione a cui ha fatto eco il Console Generale Luca Zelioli. Continua ad essere orgoglioso e impressionato dalla reputazione che la nostra comunità si è guadagnata per la sua ingegneria, costruzione, acume finanziario e ricerca scientifica. È giunto il momento di evidenziare anche i punti di riferimento culturali che danno credito a ciò che siamo: la città è piena di esempi di cui i mosaici del Rom non sono che uno. Dobbiamo riscoprire loro e noi, così facendo.
Qui sotto, una fotogallery dell’evento (foto di Priscilla Pajdo)