Investimenti reciproci, Carney vola negli Emirati Arabi
TORONTO – Aprire nuovi mercati, allargare gli orizzonti commerciali e garantire l’ampliamento degli investimenti esteri in Canada. Sono questi i tre principali strumenti con i quali Mark Carney (nella foto sopra) vuole uscire dalla morsa dei dazi commerciali americani e dalla guerra commerciale scatenata dal presidente statunitense Donald Trump. E in questa ottica va letto il viaggio del primo ministro negli Emirati Arabi Uniti, la prima visita ufficiale di un capo del governo canadese nel Paese asiatico.
Bocche cucite da parte dell’esecutivo sulla reale portata degli accordi che saranno siglati ad Abu Dhabi, ma è certo che Carney nel suo incontro di oggi con il presidente degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan incasserà quanto meno la firma su un accordo di promozione e protezione degli investimenti esteri ( che tecnicamente si chiama FIPA),
Un FIPA getta le basi affinché il Canada e un altro paese investano nelle rispettive economie, stabilendo regole, incluso un processo di risoluzione delle controversie, che offrono a entrambe le parti un clima di investimento prevedibile — qualcosa che gli esperti ritengono particolarmente importante in questi tempi incerti.
“L’attacco totale alla globalizzazione, al multinazionalismo e al libero scambio ci porta a guardare intorno al mondo per chiederci ‘dove possiamo andare dove c’è un certo senso di impegno per un certo ordine, alcune regole e una certa struttura'”, ha detto Goldy Hyder, presidente e CEO del Business Council of Canada, aggiungendo che i FIPA sono talvolta un primo passo verso un accordo di libero scambio più ampio.
Il focus di Carney riguarda l’espansione del rapporto Canada-Emirati Arabi Uniti. partnership economiche in settori chiave come energia, agricoltura, infrastrutture e IA.
Il viaggio fa parte degli sforzi di Carney per attrarre miliardi di dollari di investimenti esteri diretti in Canada e per diversificare i partner commerciali dopo la rottura delle relazioni commerciali tra il Canada e gli Stati Uniti, principalmente a causa dei dazi imposti dal presidente Donald Trump.
La visita di Carney negli Emirati Arabi Uniti arriva dopo la visita in Canada del vice primo ministro e ministro degli Affari esteri di quel paese, Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan, lo scorso giugno. La Camera di Commercio di Dubai ha aperto anche un ufficio speciale a Toronto in quel mese.
Secondo il governo del Canada, Canada-Emirati Arabi Uniti, il commercio di merci ha una peso pari a 2,6 miliardi di dollari in esportazioni e 800 milioni di dollari in importazioni nel 2024, anno in cui i due paesi hanno celebrato 50 anni di relazioni diplomatiche.
Conclusa la visita negli Emirati Arabi uniti, il primo ministro canadese volerà a Johannesburg per il vertice del G20, il primo organizzato in un Paese africano. L’attesa per il summit è caratterizzata da una duplice valutazione preventiva: da un lato nell’entourage del primo ministro è chiara l’importanza del summit, anche perché è l’unico nel quale i Paesi del G7 possono incontrarsi con i rappresentanti della Russia.
E vista la difficile situazione internazionale – con un possibile percorso di pace in Ucraina sempre più difficile – il vertice potrebbe servire a spianare la strada per una futura risoluzione diplomatica.
Ma dall’altro lato pesa le decisione del presidente americano Donald Trump di boicottare il summit di Johannesburg per la crisi di sicurezza che sta attraversando il Paese africano, con la comunità bianca – almeno questa è la sua tesi – presa di mira da quella di colore.
Senza gli Usa comunque – è questo il ragionamento del governo – ci sarà più spazio di manovra in partnership anche con gli alleati europei, per cercare di creare le precondizioni per arrivare almeno a una tregua in Ucraina.

