ROMA – In Italia sembra prendere corpo, in questi giorni, la cosiddetta terza ondata della pandemia di coronavirus. Ieri, infatti, sono stati 20.765 i nuovi casi di contagio e 207 le ulteriori vittime da Covid-19. I decessi totali, dall’inizio della pandemia sono così saliti a 99.785. Crescono di 34 unità i ricoveri nelle terapie intensive ospedaliere, mentre quelli nei reparti ordinari Covid aumentano di 443. Sono stati 271.336 i tamponi molecolari ed antigenici effettuati nelle ultime 24 ore, mentre sabato erano stati 355.024. Il tasso di positività è salito sino al 7,6%, in aumento di un punto rispetto al 6,6% della giornata precedente.
La regione col maggior numero di casi è stata ieri la Lombardia che ne ha registrati 4.397, seguita dall’Emilia Romagna con 3.056, dalla Campania con 2.560, dal Piemonte con 1.543 e dal Lazio con 1.399. I guariti, nelle 24 ore trascorse, sono stati 13.467, per un totale di 2.494.839. Ancora in crescita il numero delle persone attualmente positive, che sale di 7.050 unità, in tutto 472.862. Di questi, sono in isolamento domiciliare 449.113 pazienti.
Non solo nella saliva, ma anche nelle lacrime. Il Sars-CoV-2 è stato identificato sulla superficie oculare del 57,1% dei pazienti Covid da un team di ricercatori italiani, autori di uno studio condotto in Lombardia, una delle regioni del Nord Italia più colpite dalla pandemia.
La ricerca – realizzata da scienziati e specialisti dell’università dell’Insubria di Varese – è stata pubblicata sulla rivista Jama Ophthalmology. Gli esperti si sono chiesti quale fosse la presenza qualitativa e quantitativa di Sars-CoV-2 sulla superficie oculare dei pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva e hanno utilizzato, per rilevarlo, il saggio di reazione a catena della polimerasi-trascrizione inversa (Rt-Pcr), eseguendo un tampone congiuntivale. Su 91 pazienti esaminati, 52 avevano il virus anche nelle lacrime (57,1%).
Il Sars-CoV-2 – hanno sottolineato gli scienziati – può essere rilevato sulle superfici oculari di pazienti con Covid-19 anche quando il tampone nasofaringeo è negativo. “I risultati dello studio – ipotizzano – suggeriscono che il virus può diffondersi dalle superfici oculari all’organismo”.
Non è stato possibile determinare l’infettività delle lacrime, ma gli esperti hanno potuto constatare come il virus fosse presente sulla superficie oculare di gran parte dei pazienti.