Il Covid-19 in Italia

In Italia 16.232 nuovi contagiati
e 360 vittime

ROMA – Sono risultati essere 16.232 i positivi al test del coronavirus, in Italia nelle ultime 24 ore, mentre 360 sono state le ulteriori vittime registrate. 364.804 i tamponi molecolari ed antigenici effettuati, col tasso di positività al 4,4%. Erano 3.021 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in calo di 55 unità rispetto a mercoledì, mentre nei reparti ordinari sono invece ricoverate 22.094 persone malate di Covid, in calo di 690 rispetto alle 24 ore precedenti.

Nel frattempo, da lunedì 26 aprile almeno 7,6 milioni di alunni saranno in classe, ossia l’89,5%. In base alla capienza delle scuole e al ’colore’ delle regioni, il numero di alunni in presenza per tutti gli ordini di scuola sarà compreso in una forchetta tra 7,6 e 8,5 milioni.

In particolare dal 26 aprile il numero degli alunni in classe potrebbe oscillare complessivamente tra 7.611.372 e 8.506.765, cioè tra l’89,5% e il 100% dell’intera popolazione scolastica delle scuole statali e paritarie. La variabilità riguarda invece le superiori. In ogni caso, si registrerà un significativo incremento rispetto ai 6 milioni e 850mila alunni (l’80,5%) a scuola in questa settimana.

Dal 26 aprile, scuola in presenza fino al 100% degli studenti in zona gialla e arancione. “La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%”, rende noto Palazzo Chigi.

Per quanto riguarda l’università, “dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgono prioritariamente in presenza. Nelle zone rosse si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno”.

Intanto, l’idea per rendere più sicuro il rientro in classe è quella dei ’test salivari’. La Lombardia ha deciso di portarsi avanti, dando il via libera al loro utilizzo da maggio. Ma cosa ne pensano gli esperti?

Per Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, “la possibilità di avere una risposta pronta e rapida” con i test salivari “ci dà una notevole spinta per cercare di limitare il problema nei contesti delle scuole, che continuo a sostenere sono ambiti dove l’infezione, soprattutto questa data dalla variante inglese, non può che circolare nei locali scolastici o sui mezzi di trasporto dove i ragazzi sono esposti.

Il virologo dell’Università Vita-Salute di Milano, Roberto Burioni, commenta “la saliva va benissimo per diagnosticare il Covid-19 senza il fastidio del tampone nasofaringeo, soprattutto nei bambini”. A supportare la tesi di Burioni, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, per cui il test della saliva “è un’alternativa possibile al test degli anticorpi basato sul sangue, con gli anticorpi nella saliva che riflettono le concentrazioni nel siero”.

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