TORONTO – “Una risposta robusta, rapida e molto forte”. È quanto ha promesso ieri Justin Trudeau durante una conferenza stampa organizzata a Montebello, Quebec, per rispondere alla minaccia dei dazi doganali sui beni e servizi canadesi annunciati dal presidente americano Donald Trump.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha confermato che una possibile data per l’introduzione delle misure protezionistiche è il prossimo 1 febbraio. C’è quindi una settimana di tempo per convincere la nuova amministrazione americana che i dazi doganali sono in realtà un’arma a doppio taglio: una misura – è questa l’opinione della stragrande maggioranza degli economisti – che danneggerebbe pesantemente l’economia canadese ma che avrebbe, allo stesso tempo, effetti catastrofici anche negli Stati Uniti.
Trudeau ha sostenuto ieri che i dazi sono antitetici all’era di prosperità economica che Trump ha promesso durante il suo discorso di insediamento a Washington. “Vuole inaugurare un’età dell’oro per gli Stati Uniti”, ha detto il primo ministro dimissionario, aggiungendo che per farlo saranno necessarie più risorse importate. “Il Canada è un partner sicuro, protetto e affidabile in un mondo incerto”. Il Canada e gli Stati Uniti hanno probabilmente due delle economie più interconnesse al mondo e il commercio tra i due paesi ammonta a quasi 1,4 trilioni di dollari canadesi, o 1 trilione di dollari, all’anno. Il Canada acquista più beni statunitensi di qualsiasi altro paese, più di Cina, Giappone, Francia e Regno Unito messi insieme.
Secondo i dati del 2023 forniti dal governo federale martedì dopo il discorso di Trudeau, il Canada ha fornito oltre il 99% del gas naturale importato dagli Stati Uniti, il 60% del petrolio greggio importato e l’85% dell’elettricità importata.
Mentre la priorità del Canada è quella di evitare del tutto i dazi e promuovere “una relazione molto positiva con gli Stati Uniti”, il paese non si arrenderà di fronte alle minacce di Trump, ha aggiunto Trudeau. Secondo il primo ministro, l’economia americana avrà bisogno di risorse naturali canadesi come petrolio, legname, acciaio, alluminio e minerali critici per far sì che ciò accada. Questo dà al Canada una certa influenza, ha detto Trudeau.
“Tutto è sul tavolo e sostengo il principio delle tariffe corrispondenti dollaro per dollaro”, ha sottolineato Trudeau. “È qualcosa che esamineremo assolutamente se andranno avanti. Siamo preparati per ogni scenario possibile”.
Il governo federale ha già elaborato un piano che imporrà controdazi immediati su 37 miliardi di dollari di merci americane se Trump si muoverà contro il Canada, salendo a 110 miliardi di dollari se il presidente non farà marcia indietro.
Ottawa è anche pronta a mettere in atto alcune misure più severe, tra cui un possibile divieto di esportazione di petrolio, se questi sforzi precedenti non avranno successo.
Nel frattempo la minaccia dei dazi avrà anche degli effetti politici in Ontario. Il premier Doug Ford nei prossimi giorni annuncerà il voto anticipato per la provincia, per via della necessità – come ha già dichiarato – “di avere un chiaro mandato” dagli elettori.
Nella foto in alto, il primo ministro Justin Trudeau con i suoi ministri a Montebello