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L’annus horribilis: questo maledetto 2020 ormai ai titoli di coda 

TORONTO – Ultimo giorno di questo maledetto 2020. Se ne va, finalmente, un anno che ricorderemo per tutta la vita, un annus horribilis che ci ha sconvolto l’esistenza, che ha cambiato le nostre abitudini quotidiane, il nostro modo di relazionarci con gli altri.

Quando è stata l’ultima volta che avete stretto la mano a un conoscente, o abbracciato un amico? In era pre Covid ci dimenticavamo le chiavi di casa, o il portafoglio, oggi bisogna tornare indietro perché non abbiamo preso la mascherina, o il gel igienizzante. Quando è stata l’ultima volta che siete andati allo stadio, o a un concerto, al cinema, a un matrimonio, a una banquet hall? Ci sono quasi due milioni di persone in tutto il mondo che non potranno più rispondere a queste domande: il coronavirus le ha portate via con sé, lasciando una scia di dolore e costernazione per i familiari e gli amici.

È stata una guerra, tuttora in corso, combattuta contro un nemico invisibile e subdolo, che ha usato contro di noi un’unica arma, il nostro essere “animali sociali”. Il nostro bisogno di stare insieme agli altri ha facilitato la pandemia e per contrastarla abbiamo dovuto fare qualcosa che ci appariva innaturale: distanziarci, isolarci, rinunciare al contatto e alla vicinanza, alla condivisione.

Eppure l’anno ormai ai titoli di coda si porterà con sé anche delle cose positive. Abbiamo imparato a rialzare la testa, dopo la disperazione e lo shock iniziale, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo affrontato con coraggio i mesi più bui di questa pandemia. Ci siamo aiutati, abbiamo fatto delle piccole rinunce per tutelare le fasce più deboli della nostra società, per evitare che il Covid-19 spazzasse via un’intera generazione di persone anziane, che sono la nostra memoria storica, parte della nostra identità collettiva.

Qui in Ontario, come nel resto del mondo, la pandemia ci ha fatto capire quanto siamo inadeguati di fronte alle potenziali sfide future rappresentate da altri possibili virus. E il Covid ha anche messo a nudo dei problemi endemici che dovremo prima o poi affrontare: le condizioni nelle case di cura a lunga degenza in tutto il Canada, o delle RSA in Italia, l’obsolescenza delle nostre scuole con classi troppo affollate e strutture che cadono a pezzi, così come la drammatica inadeguatezza dei provveditorati scolastici. Tutti problemi che esistevano ben prima della pandemia di Covid-19.

I vaccini sviluppati da Pfizer e Moderna ci danno speranza, a testimonianza che se la comunità scientifica e farmaceutica ha un unico obiettivo, anche in futuro saremo in grado di affrontare situazioni simili. Ma non subito, per favore.

Salutiamo questo maledetto 2020, con la speranza che il 2021 sia l’anno nel quale metteremo sui libri di storia il Covid-19.

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