È stato un anno brutale. Non c’è alcun dubbio. La maggior parte di noi ha dovuto assistere alle perdite personali ed emotive di così tanti amici e vicini. Morti che sono diventati poco più di una statistica.
I “legami che ci uniscono” sono stati così allentati da regole e regolamenti che abbiamo iniziato ad avvicinarci allo sviluppo di una “insensibilità strutturata” per proteggerci dal virus onnipresente. Sembra che stiamo vivendo una “realtà virtuale”.
In qualche modo, anche quel breve momento di dignità personale – quella sensazione “che siamo importanti per qualcuno” sta cominciando a sfuggirci. Ci viene impedito “da un’abbondanza di cautela” o dalla legge di stare lontano dalle celebrazioni di nascite, matrimoni e in ultimo anche dalle sepolture. Persino gli eventi religiosi e gli eventi che fanno riunire le persone sono diventati vietati.
Ma i decessi non sono stati dimenticati.
Mentre ci avviciniamo rapidamente alla fine dell’anno, sembra opportuno rivolgere un ultimo saluto a coloro che hanno avuto un ruolo nella nostra vita, se non altro per incoraggiare coloro che hanno lasciato indietro. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione quattro persone che ci hanno lasciato durante il periodo natalizio e le cui vite contavano per tanti.
Angelo Grossi, fratello e socio in affari di Domenic e pilastro della numerosa comunità di famiglie di Toronto originarie di Terelle, nel Lazio. Enrico Ferri, di Massa Carrara (Toscana), già magistrato, parlamentare, ministro e orgoglioso padre di Cosimo Ferri, anche lui magistrato e parlamentare. Rosalia Desiato in Morrone, di Maddaloni (Caserta) in Campania, matriarca di otto fratelli, sorelle e dei loro coniugi ancora in vita, diciassette nipoti: le loro famiglie hanno riscosso successi in tutti i percorsi intrapresi nella loro vita (nelle foto a sinistra, dall’alto: Rosalia Desiato in Morrone, Angelo Grossi ed Enrico Ferri).
Infine, con permesso, la mia ultima zia ancora in vita, Grazia Volpe (nella foto a destra), è morta di Covid-19 il giorno di Natale, a Roma, all’età di 94 anni, dopo una vocazione e una vita trascorsa come suora e caposala.
Era una bella donna e un’anima meravigliosa.
Rimasta orfana all’età di sette anni, poi di nuovo all’età di dodici anni, ha vissuto come se lo scopo della vita fosse prendersi cura degli altri.
Tutti e quattro sono stati motivo di ispirazione da tenere presenti mentre lasciamo questo decennio nella speranza che quello nuovo dietro l’angolo, ci porti più salute e felicità.