Il Commento

Suicidio politico in diretta
televisiva nazionale

TORONTO – Ma non c’era nessuno vestito con pantaloni lunghi disponibile per la pianificazione di quella conferenza stampa tenutasi mercoledì pomeriggio? Non si trovavano degli esperti in comunicazione capaci di sviluppare punti di discussione o di preparare le domande e le risposte accettabili? Riflessioni retoriche, scusate, volevo essere educato. Perché non hanno fatto uscire un direttore di circo a dire semplicemente “su quella Legge sulle Emergenze… beh, stavamo solo scherzando”?

Dopo essere passati attraverso una tempesta di scuse, sembra che non ci sia stato alcun “blocco”, nessuna “occupazione”, nessuna attività “illegale”, nessun comportamento “criminale”, nessuna “interruzione delle linee di vita transfrontaliere”, nessun “finanziamento illegale da parte di interessi stranieri”, nessuna “minaccia per la salute o il benessere del Paese”. Nulla, dunque, che potesse giustificare la sospensione delle istituzioni democratiche o che potesse “legittimare” l’autoritarismo assoluto, per quanto brevemente. Ho tralasciato qualcosa?

Alla fine, la “crisi nazionale” (che ha spaventato i cuori dei segnalatori di virtù che hanno visto svastiche, razzisti, bigotti, misogini e franchi tiratori nel cuore e nell’anima dei “convoglisti”) semplicemente non c’era.

Apparentemente, però, c’erano molti parcheggi illegali, poiché i camionisti portavano il proprio marchio di festeggiamenti per celebrare Winterlude (una specie di Carnevale invernale) nella capitale della Nazione. Una specie di Woodstock del 21° secolo, con più freddo, neve e ghiaccio; oh, e senza le rock band, costringendo gli organizzatori a improvvisare, proprio come avevano fatto i loro predecessori nel 1969. Hanno chiesto invece ai camionisti di suonare il clacson. A Ottawa, città priva d’un senso di umorismo, questo era “non proprio cricket, per Giove”.

Comunque, “qualcuno” ha convinto il Presidente del Consiglio che, se lasciata incustodita, questa svolta degli eventi avrebbe offuscato la sua immagine impeccabile, a meno che il suo governo non avesse dimostrato che c’è lui al comando.

“Loro” sono riusciti a convincere il capo della polizia di Ottawa a cadere sulla sua stessa spada e hanno dichiarato la loro intenzione di invocare la versione moderna del War Measures Act. La raffica di palesi irrazionalità a sostegno dell’invocazione dell’Emergencies Act somigliava a quella che Sigmund Freud avrebbe descritto come una frenesia provocata dall’invidia da appendice anatomica fra coloro afflitti dal testosterone sovralimentato.

Il vocabolario nel “dibattito” che ne è seguito era simile a quello impiegato per demonizzare gli oppositori e diffamare gli avversari in una guerra di propaganda. Un osservatore casuale avrebbe potuto pensare che la democrazia canadese fosse sull’orlo del precipizio, e che in effetti “i barbari erano alle porte”. Il governo è persino arrivato a suggerire che un voto contrario alla Camera dei Comuni avrebbero potuto/dovuto essere interpretato come un voto di sfiducia.

Il paese avrebbe potuto/dovuto dunque finire per andare alle urne. A chi potrebbe essere utile, con Putin impegnato in un intervento militare in Ucraina? L’NDP, pensando all’autoconservazione, ha appoggiato il governo.

Meno di venti ore dopo, il governo ha orchestrato una conferenza stampa per dire “scherzavamo” e ha annullato la proclamazione dell’Emergencies Act…

Torniamo al punto di partenza. “Tutte le scommesse sono chiuse”, come si suole dire. I tipici canadesi, membri di gruppi o privati, dovranno fare quello che hanno fatto di propria iniziativa per risolvere dei problemi: rivolgersi ai tribunali.

Quei tribunali dovranno ora districare i nodi legali che i ragazzi che hanno gridato “al lupo!” hanno scatenato nel frattempo.

Il danno politico potrebbe non essere riparato così facilmente.

(Traduzione in Italiano a cura di Marzio Pelù)

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