Il Commento

Il vuoto elettorale:
discussioni serie assenti

TORONTO – Le campagne elettorali sono sempre piene di sorprese. Si sarebbe tentati di pensare che si tratti di questioni che ruotano attorno a COME uomini e donne impegnati in politica darebbero forma al nostro futuro. Cerco di prestare attenzione perché’ ancora sotto l’influenza di una nostalgia romantica per un processo democratico che non è mai stato, immagino, o perché sono totalmente ingenuo.

Forse il fatto che una cultura aliena la cui ideologia è l’antitesi della nostra e decisamente anti-donne, anti-ragazze, contro uno stile di vita occidentale stia ora tenendo in ostaggio circa 38.000 dei suoi cittadini favorevoli al Canada, avrebbe stimolato qualche analisi. No. Ora che la stampa occidentale è stata espulsa dall’Afghanistan, la nostra stampa ha dimenticato i nostri impegni dichiarati nei confronti di coloro che “ci hanno aiutato”… Sì, giusto. Finta preoccupazione, più probabile.

Forse potremmo cogliere l’occasione per discutere i mezzi con cui i nostri governi dovrebbero indirizzare le strategie per recuperare il quasi un milione di posti di lavoro persi a causa del Covid.

Forse i nostri leader ci prenderebbero in giro con idee e proposte di azioni per ripagare i quasi $ 400 miliardi di dollari che abbiamo preso in prestito per sovvenzionare i disoccupati derivanti dalla stretta della cinghia economica causata da una riduzione dell’economia. Non è nell’ordine del giorno. Perché preoccuparsi?

In qualche modo, il fatto che il Canada abbia perso 27.000 vite a causa del Covid-19 e che siamo ancora nella sua morsa, potrebbe aver stimolato l’interesse, per le questioni di gestione e la capacità della nostra ricerca scientifica medica di affrontare ulteriori sfide. Bene… rimandiamo anche questo. Troppe questioni giurisdizionali.

Poi il dibattito quebecchese ha avuto luogo il 2 settembre. L’unico problema? Hai indovinato se pensi che fosse tutto su come rispettare il Premier del Quebec, spalare più soldi nella sua direzione e senza troppo ceremonia. È un modo grossolano di descrivere come dovrebbe funzionare la nostra federazione, per quanto riguarda i sovranisti.

Ricordo la nostra unica donna Primo Ministro, Kim Campbell, che ammoniva la nazione con la sua riflessione sui temi elettorali: “le elezioni non sono il momento di affrontare questioni sostanziali”. Finì per subire una ignominiosa sconfitta.

Lo scorso fine settimana, però, il corpo della stampa e dei media canadesi ha selezionato per noi la questione dei fucili d’assalto.

Il Parlamento aveva approvato una legislazione, un certo Bill-71, che ne vietava l’uso e il governo lo aveva proclamato (reso ufficiale).

Per invertire la decisione sarebbe necessario guidare un decreto di legge attraverso lo stesso processo. Improbabile. Ma per questo stiamo spendendo 600 milioni di dollari per decidere chi risponderà alla domanda?

Il fatto che sia stato tirato fuori rimanda la discussione sullo sviluppo delle vaste riserve di gas naturale e petrolio nel Canada occidentale fino ai prossimi dibattiti, previsti per l’8 e il 9 settembre. Dovremo fare qualcosa per stimolare l’economia. Abbiamo bisogno di soldi, quali non stanno cadendo dal cielo.

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