Il Commento

Alloggi, nessuno
ha un vero piano

TORONTO – Siamo entrati nelle ultime fasi delle elezioni suppletive del sindaco a Toronto. Suggerire che sia diventata un’elezione come nessun’altra afferma l’ovvio. Stuzzica anche chiedersi se esiste una disconnessione tra le percezioni degli obiettivi ed i meccanismi per la rappresentazione della visione. Insomma, ci viene chiesto di votare per “qualcosa che non è sul tavolo”?

I candidati hanno iniziato a parlare di “fermare” Doug (il Premier) Ford, come se fosse uno dei 102 selezionati nell’elenco. Lui non c’è. Tuttavia, per non diventare prosaico, è “il Signore” di tutte le cose municipali; e “ciò che il Signore dà, il Signore toglie”. Così funziona la nostra Costituzione.

Il premier Ford aveva negoziato “forti poteri di sindaco” con le [due] città più grandi della provincia prima delle ultime elezioni municipali, nove mesi fa. Come dall’articolo di Mariella Policheni sul disegno di legge 39 pubblicato ieri su queste pagine (“Ontario, poteri forti ad altri 26 sindaci“), tali poteri sono stati estesi ad altri 29 comuni – 26 dei quali hanno aderito.

Uno degli elementi chiave del disegno di legge 39, secondo un articolo online pubblicato il 16 giugno 2023 su STOREYS (un media di notizie immobiliari), cede effettivamente alla Provincia l’autorità ultima sulla pianificazione locale per l’edilizia residenziale.

Se fosse vero, ciò spiegherebbe in parte l’attenzione per “alloggi a prezzi accessibili” come questione importante nella campagna del sindaco. Se “l’accessibilità” sia un obiettivo raggiungibile per un’entità di pianificazione locale incapace di mitigare le forze di mercato come i costi del terreno, il prezzo del denaro, l’accessibilità dei materiali, i costi del lavoro e correlare i “costi soft” per la rinuncia è un’altra questione. Secondo i professionisti del settore immobiliare, dopo i costi del terreno, il totale per “accessibilità economica” inizierà nella gamma di $ 600 a piede quadrato e salirà da lì.

Meglio incolpare Ford che elaborare un piano “come fare” che potrebbe appassire sotto esame. Un problema che ne deriva è che la campagna elettorale assume poi le peggiori caratteristiche di “assassinio per associazione”.

Ecco dove sembriamo essere oggi: alcuni candidati altrimenti validi si stanno ora identificando come gli unici in grado di fermare un altro candidato. Quando tutte le cose sono dette e fatte, tali tattiche smentiscono una stanchezza nella campagna che tenta di fondere l’argomento in una “decisione tipo noi contro loro”.

Ovviamente, “loro” sono i “cattivi”. La semplice verità è che, a meno che “i bravi ragazzi” – il candidato vincitore – non possano assicurarsi il sostegno di otto membri del Consiglio, non ci sarà alcuna azione… alloggio o altro.

Nella foto in alto, da sinistra: Olivia Chow, Mitzie Hunter, Josh Matlow, Ana Bailao, Brad Bradford, Mark Saunders ed Anthony Furey (da https://l-express.ca)

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