TORONTO – Lunedì sera, i repubblicani hanno dato il via alla convention che formalizza la loro lista elettorale guidata da Donald Trump (Presidente) e J.D. Vance Vice Presidente). Quest’ultimo era un “candidato a sorpresa” – per alcuni – fino a poco prima che venisse annunciato come compagno di corsa dell'[ex] Presidente Trump.
A giudicare dalle espressioni sui volti dei commentatori dei media mainstream sui media “progressisti”, “di sinistra” negli Stati Uniti, in particolare quello della CNN, la scelta di Vance deve aver scosso la loro fiducia, o quel che ne era rimasto dopo il tentato assassinio all’inizio della settimana, che i democratici potessero avere qualche possibilità di vittoria a novembre.
Le cerimonie della serata di apertura riguardavano tanto le personalità quanto le direzioni che i repubblicani volevano indicare agli americani, agli alleati degli Stati Uniti, ai partner commerciali e ai paesi che vedono come “pranzare” a spese dell’America. Questa nuova squadra sarà composta da timorati di Dio, nazionalisti, patrioti – “America firsters”, hanno affermato, più e più volte.
Perché questa sorpresa? Il vecchio adagio “al vincitore va il bottino” vale ancora per tutti. I repubblicani hanno segnalato di averne avuto abbastanza di un programma che li ha esclusi per almeno quattro anni: quindi, niente più wokeism, niente più DEI, niente più favoritismi basati su “-izzati”.
Le donne elette hanno denunciato l’espressione di genere come “falsa”; i membri neri del Congresso hanno raccontato la storia del successo dei loro padri che hanno superato le avversità a forza di sforzi; gli stessi membri del Congresso/donne e professionisti hanno orgogliosamente ostentato i loro successi come prodotti di merito e sforzi. Sedici anni fa, gli Stati Uniti hanno eletto un uomo di colore (Barack Obama) come Presidente. Sparita, nella loro mente, è la “politica della vittimizzazione”.
Nel bene e nel male, l’esercizio alla Convention aveva un’aria di trionfalismo. Le elezioni sono ancora a quattro mesi di distanza, eppure persino i relatori sembravano aver abbandonato ogni speranza di una vittoria democratica, indipendentemente dai loro candidati in lizza. Lunedì sera, sembravano ammettere che l’esito delle elezioni di novembre fosse stato fatto, fatta eccezione per lo spoglio.
Ovviamente, nessuno ha ancora espresso il proprio voto, ma l’atmosfera non promette bene. Tornando in Canada, simili “forze di malcontento e cambiamento” si manifestano nei sondaggi, che misurano costantemente la crescita crescente dei conservatori a spese dei partiti progressisti.
Ci saranno più resoconti e analisi basate sui confronti e sui paragoni. Gli sfortunati sono i deputati in carica.
Nella foto in alto, Donald Trump con il congressman Byron Donalds a Milwaukee (foto da Twitter X – @ByronDonalds)