Ontario

Horwath all’attacco: “Vaccini a tutte le LTC”

TORONTO – Sono le case di cura a lunga degenza duramente colpite dal Covid il chiodo fisso della leader dell’NDP Andrea Horwath. Non manca giorno che la Horwath continui a puntare il dito contro il governo dell’Ontario che con la sua strategia – i contagi e le morti lo provano – non riesce a contenere la pandemia nelle case Long Term Care.

Ieri, ancora una volta, ha voluto ribadire le responsabilità del governo Ford nella gestione della crisi nelle LTC. «Occorre una nuova, più ampia e più rapida strategia per vaccinare tutti i residenti delle case di cura», ha detto durante una videoconferenza su Zoom alla quale hanno preso parte anche la docente della Ontario Tech University ed esperta di problematiche delle case di cura Vivian Stamatopoulos e Maureen McDermott, figlia di una residente del River Glen Haven.

A mandare su tutte le furie la leader dei neodemocratici è stata la road map annunciata martedì dal premier Ford per sedare le polemiche relative alla lentezza con la quale vengono somministrati i vaccini nella provincia. I residenti nelle case di cura delle quattro zone
più a rischio Covid – Toronto, York Region, Peel Region e Windsor-Essex – saranno tutti vaccinati entro il 21 gennaio.

«Sembra che il governo Ford non stia pianificando di cambiare molto riguardo alla sua somministrazione dei vaccini anemica, lenta, pericolosamente lenta – ha detto Horwath – in risposta alla disperazione delle famiglie, Ford è impegnato in una strategia di comunicazione e servizi fotografici
piuttosto che in una strategia per migliorare e accelerare le vaccinazioni. Inoltre i residenti delle case di cura, che secondo il governo non si trovano negli hotspot così come gli altri nel resto della provincia, potrebbero aspettare settimane o anche più a lungo».

Ha parole di fuoco la leader neodemocratica riguardo la scelta di dare la precedenza a determinate LTC rispetto ad altre.

Delle 220 case attualmente colpite dall’epidemia, 138 sono al di fuori di quelle zone considerate prioritarie. «A questo punto, avremmo dovuto avere una tabella di marcia per sapere quando ogni residente delle Long Term Care potrà essere vaccinato contro il Covid-19 – ha aggiunto Horwath – nessuna casa di cura a lunga degenza dovrebbe essere considerata non prioritaria».

Ed è stato con la voce rotta dall’emozione che MaureenMc-Dermott ha ripercorso la vicenda della madre: «Mia mamma ha contratto il virus ma per fortuna è sopravvissuta – ha detto – è la persona che mi è più cara ed è stata una esperienza difficile anche se non smetterò mai di ringraziare il personale in prima linea che si
prodiga instancabilmente per i residenti».
Residenti che in buona parte delle case di cura, a causa del dilagare del virus, soffrono per la mancanza di operatori di sostegno personale.

Da più parti vengono fatte pressioni sul governo affinchè ricorra, anche durante questa seconda ondata del virus, all’aiuto delle forze armate canadesi ma il governo finge di non sentire.

«La presenza dei soldati in queste case è solo una soluzione temporanea ma al momento necessaria – ha aggiunto Vivian Stamatopoulos – la situazione è drammatica».

Il bollettino che fotografa l’andamento nelle LTC in quanto a contagi e decessi, del resto, non rasserena gli animi. Le case di cura con focolai sono salite da 216 a 220, i residenti positivi al virus sono 1.180, i membri dello staff che hanno contratto il Covid sono passati da 1.101 a 1.162.

Il numero dei morti, poi, sale di giorno in giorno: con Maureen Ambersley sono ora 10 i decessi tra infermieri e psw mentre altri 47 residenti hanno perso la battaglia con il virus.

«Doug Ford non sta investendo in nuove risorse o personale, non sta lavorando con esperti come ufficiali sanitari locali o medici di famiglia e non  protegge i residenti dell’assistenza a lungo termine – ha concluso la Horwath – dovrebbe riaprire il Parlamento, dovrebbe spendere i miliardi di dollari che continua a non investire compreso il finanziamento che il governo federale ha dato all’Ontario per stanziare il personale della Croce Rossa nelle case di cura della provincia».

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