TORONTO – Potreste essere confusi su ciò che un fiduciario trascorre il suo tempo a fare in un consiglio scolastico, o ciò che preoccupa il ministro della pubblica istruzione. Ieri il numero di studenti confermati di aver contratto il Covid-19 ha raggiunto livelli record (333). Studenti che di norma sono fisicamente in aula, stanno abbandonando le scuole per i programmi offerti online. Il numero cresce di giorno in giorno: oltre il 25% nel consiglio scolastico cattolico (TCDSB); cifre pari a quello pubblico (TDSB) dove un terzo liceo è stato chiuso a causa del virus.
Sappiamo che il Ministro terrà l’ennesima conferenza stampa… su qualcos’altro… in modo che non dovrà rivelare le raccomandazioni dei rapporti McKinsey, commissionati la scorsa primavera al costo di 4,8 milioni di dollari. La società di consulenza manageriale avrebbe dovuto definire un programma di ritorno a scuola sano, sicuro e pedagogicamente coerente. La Legislatura ha chiuso i battenti fino alla prossima primavera, quindi dovremo aspettare.
I consigli scolastici evidentemente vivono in un universo parallelo. Alcuni loro fiduciari si stanno inchinando invece ai mulini a vento ed a fantasmi immaginari e inesistenti. Prendiamo per esempio Norman Di Pasquale, fiduciario al Toronto Catholic District School Board (TCDSB) ed il cui comportamento assomiglia a quello di un famoso cartone animato.
Martedì, Norm si è trovato in disaccordo con un articolo del Corriere Canadese, e subito (alle ore 11.37, si sveglia tardi) ha twittato rivolgendosi ad un noto avvocato/giornalista/ esperto di antisemitismo – Warren Kinsella – esprimendo la sua preoccupazione per il contenuto di quell’articolo. Agendo da ignobile meschino, Norm, che trova le letture del Catechismo “pericolose” e “inappropriate” in un ambiente cattolico, ha spremuto ogni goccia di malignità dai suoi pori per interrogare Kinsella se l’articolo equivalesse a “incitamento all’odio”.
“Non lo è”. È stata la secca risposta di Kinsella, anche se ha aggiunto, piuttosto diplomaticamente per il conforto di Norm, che lui “… non pensava che avrebbe dovuto essere pubblicato”. Norm è metaforicamente volato subito tra le braccia di Nicole Richard per consolarsi.
“Madrina” dei progressisti radicali, la Richard non ha deluso Norm. Lo ha accarezzato simbolicamente con un parere tranquillizzante. “Potrebbe non essere criminale [insiste lei] però manca la verifica dei fatti … e perpetua miti dannosi sulla comunità LGBTQ …”, scrive la Richard, senza preoccuparsi dell’inconveniente di elencare i fatti che devono essere controllati o i miti dannosi che si perpetuano.
Astuta e furba, ha suggerito ciò che equivale ad una campagna diffamatoria rivolgendosi al National Ethnic Press and Media Council of Canada ed affermando che l’articolo “sta chiaramente violando [il suo] codice di condotta”.
Come “prova”, si collega a “una lettera recentemente pubblicata per avvertire i soci di una “letteratura d’odio” simile già circolata tra i membri”. È una tattica meglio descritta come “lanciare quanta m….. possibile per vedere se qualcosa si attacchi”. Le sue mani devono puzzare e come.
Norm deve aver pensato di aver ricevuto i suoi ordini per marciare. Alle 14:44, ha scritto questa insipida, piagnucolosa e-mail al NEPMCC: “Vorrei portare alla vostra attenzione un articolo che un giornale membro dell’organizzazione NEPMCC, il Corriere Canadese, ha scritto articol( i) utilizzando un linguaggio odioso e anti-LGBTQ. Mi preoccupa il fatto che la continua attenzione rivolta a questa comunità dal Corriere Canadese stia causando danni ai nostri cittadini più vulnerabili.”
Ancora una volta, nessuna prova di tale linguaggio odioso o di presunti danni. Che “preoccupazione” ipocrita e falsa per la presunta attenzione del quotidiano. In effetti, le sue dichiarazioni non sono altro che una censura proveniente da un fiduciario del TCDSB.
Nicole Richard, ormai esperta nella tattica di intimidazione verso i sostenitori dei “suoi nemici”, è in corso di una ricerca su Internet per vedere se qualcuno o qualsiasi impresa stia aiutando a finanziare opinioni diverse dalla sua.
Così ha trovato un altro bersaglio, una certa Edith Pearson che apparentemente contribuiva a una campagna di “gofundme” a sostegno del fiduciario Del Grande. Richard le ha scritto come segue: “Ehi … lavori @ TCDSB? Possiamo per favore ottenere il tuo parere professionale e legale su come questa campagna CLC a cui hai contribuito è conforme al Municipal Elections Act?”
Che tattiche riprovevoli in una società democratica! Stiamo sovvenzionando i suoi studi di dottorato e il TCDSB le dà retta.
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