TORONTO – Il premier Doug Ford è pronto a introdurre cambiamenti per consentire agli operatori sanitari registrati o autorizzati in altre province canadesi ad iniziare immediatamente a praticare in Ontario. “Per fornire i migliori servizi di assistenza sanitaria agli abitanti dell’Ontario dobbiamo essere audaci, innovativi e creativi”, ha detto ieri durante una conferenza stampa a Windsor.
Attualmente, gli operatori sanitari devono essere registrati presso uno dei college di regolamentazione sanitaria dell’Ontario prima di lavorare nella provincia. Tuttavia, nel tentativo di “superare i ritardi burocratici”, l’Ontario è pronto ad allentare tali regole.
Il College of Nurses della provincia, ad esempio, afferma che la registrazione è un “requisito legale” per chiunque desideri esercitare la professione infermieristica in Ontario, un requisito che il premier ha suggerito di voler rivedere.
Il governo Ford ha dichiarato che introdurrà queste modifiche legislative a febbraio. “Mi rivolgo agli infermieri, ai medici e agli operatori sanitari di tutto il Canada: se avete pensato di fare dell’Ontario la vostra nuova casa, ora è il momento di agire – ha affermato Ford – abbiamo bisogno di quante più persone possibile, vi diamo il benvenuto a braccia aperte”.
Questa novità arriva pochi giorni dopo che Ford ha annunciato il piano della provincia di investire in cliniche private per eseguire un numero maggiore di procedure. I critici hanno sollevato preoccupazioni su una eventuale fuga del personale sanitario dal settore pubblico allettato da una retribuzione e orari migliori, con conseguenti carenze di personale più gravi.
“Con le nostre nuove regole “As of Right”, l’Ontario è la prima provincia del Canada a consentire agli operatori sanitari di tutto il paese di iniziare immediatamente a fornire assistenza”, ha affermato Ford.
Aumentare il numero di medici e infermieri adesso è la priorità ma il governo ha affermato che gli operatori sanitari fuori provincia saranno idonei e autorizzati a lavorare in Ontario solo “se hanno fornito assistenza sanitaria sicura, competente ed etica nella loro provincia o territorio”.
“Ciò fornirà agli ospedali e ad altre strutture una maggiore flessibilità per garantire che gli operatori sanitari ricoprano i ruoli più richiesti al momento giusto”, si legge in un comunicato del ministero della Salute.
Un annuncio, questo, che pur avendo lo scopo di eliminare la preoccupazione degli esperti del settore riguardo la carenza di personale, è stato a corto di dettagli su come funzionerebbe esattamente la legge sulla ridistribuzione in termini pratici, o se l’ambito individuale della pratica viene ampliato per consentire agli infermieri e ad altri operatori di lavorare al di fuori dei loro dipartimenti ospedalieri abituali.