Forcing del Canada sui dazi alla vigilia del summit G7
TORONTO – Continua il forcing del Canada sul fronte dazi. Alla vigilia del summit G7 in programma a Kananaskis, il governo canadese sta lavorando febbrilmente per arrivare a una sorta di compromesso con l’amministrazione americana per attenuare l’effetto delle tariffe e delle contro tariffe che hanno incendiato il clima politico degli ultimi mesi e che stanno già avendo delle pesanti conseguenze economiche sia in Canada che negli Stati Uniti. Negli ultimi giorni sono giunte ulteriori conferme che una bozza d’accordo quadro sarebbe al vaglio delle due amministrazioni, con continue correzioni e limature, segno che sia a Ottawa che a Washington ci sia la reale volontà di arrivare a un compromesso.
D’altro canto l’annuncio dell’accordo di massima sui dazi tra la Cina e gli Stati Uniti, che segue il patto siglato dal primo ministro inglese Keir Starmer con il presidente americano Donald Trump, dimostrano in qualche modo che l’inquilino della Casa Bianca non abbia intenzione di portare avanti una guerra commerciale sine die, ma che al contrario voglia avviare i negoziati da una posizione di forza con l’obiettivo di chiudere la trattativa velocemente.
E questa strategia probabilmente è stata decifrata dall’esecutivo canadese, con il primo ministro Mark Carney che vorrebbe arrivare a un accordo nell’immediato futuro.
Anche perché non dobbiamo dimenticare che nel 2026 è già stato messo in calendario l’avvio del negoziato con Stati Uniti e Messico dell’accordo di libero scambio USMCA, che visti i precedenti si preanuncia dispendioso ed estenuante: meglio quindi chiudere la partita dei dazi il prima possibile, fissando magari determinati paletti commerciali che saranno ripresi anche nel negoziato trilaterale del prossimo anno.
Nel frattempo, mente gli sherpa sono già ala lavoro in Alberta per quello che sarà il documento di chiusura del vertice, il governo canadese sta organizzando una lunga serie di incontri bilaterali ai margini del summit di Kananakis. Anche se su questo frotne mancano delle conferme ufficiali, il principale obiettivo è avere un bilaterale tra lo stesso Carney e Trump, che seguirebbe l’incontro alla Casa Bianca dello scorso 6 maggio. Possibile anche un faccia a faccia tra il primo ministro canadese e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Allo stesso tempo, è di ieri la notizia che il principe dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, invitato ufficialmente dall governo canadese, non prenderà parte ai lavori del vertice, mentre ci saranno la presidente messicana Claudia Sheinbaum e il premier indiano Narendra Modi.
E proprio la presenza di quest’ultimo ha suscitato molte critiche qui in Canada, viste le tensioni che hanno diviso i due Paesi per via dell’omicidio in British Columbia dell’attivista sikh Hardeep Singh Nijjar. Secondo le organizzazioni sikh canadesi, l’invito fatto dal primo ministro è quanto meno inopportuno.
Ma l’ufficio del primo ministro ha ribadito come l’India sia una delle economie che crescono di più, spinta dal suo miliardo e mezzo di abitanti. E che, ovviamente, la possibilità di un eventuale incontro bilaterale tra i due leader potrebbe rappresentare il primo passo per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.
In alto, Mark Carney e Donald Trump nell’incontro di maggio alla Casa Bianca (foto: X – Carney)